Più autonomia energetica con rinnovabili e nuovi impianti
Intervista a Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest
Articolo Pubblicato su CPMC 3/2022
La crisi energetica è, purtroppo, tema di grande attualità. Necessario intervenire, qualcosa si muove. A suo giudizio a che punto siamo?
L’ imponente crisi energetica che ha deflagrato a livello europeo, con le nefaste conseguenze economiche per imprese e cittadini, ci ha posti di fronte alla fragilità strutturale del nostro paese come anche a quelle di altri, Germania e Francia, che avremmo potuto considerare maggiormente robusti sotto questo profilo. Intervenire per arginare l’attuale situazione rappresenta una priorità universalmente condivisa e oggi, superata la crisi politica con la nascita di un nuovo governo sostenuto da un’ampia base parlamentare, ci sono le condizioni almeno teoriche per continuare il lavoro avviato e porre in essere nuove iniziative interne e concertate a livello internazionale. A mio avviso siamo oggi ancora decisamente in mezzo al guado, tra iniziative strutturali che hanno alleggerito le bollette (tagliando per esempio gli oneri di sistema), provvedimenti contingenti e bonus vari a sostegno temporaneo di categorie determinate, ricerca di altri paesi da cui approvvigionarsi per diminuire la dipendenza energetica dalla Russia e la definizione di nuove strategie energetiche come sistema paese.
Per essere, come Sistema Paese, più autonomi, la sfida della sostenibilità, di nuove opportunità, quanto è importante? Ed a che punto siamo a suo giudizio?
L’Italia è uno dei principali importatori di gas russo insieme a Cina e Germania e per questo motivo la crisi energetica ci ha colpito in maniera molto severa. E’ concreto il rischio che l’attuale fase emergenziale possa distogliere attenzione ed impegno sugli obiettivi di sviluppo sostenibile per i quali ci siamo impegnati sottoscrivendo insieme a tantissimi altri paesi l'”Agenda 2030″. Pare dunque evidente che la primaria necessità sia quella di conseguire margini più rassicuranti di autonomia energetica e questo non soltanto cercando, come pure giustamente si è fatto, altri partner commerciali esteri ma anche investendo nelle fonti rinnovabili e semplificando i percorsi autorizzativi per la realizzazione di nuovi impianti, puntando sulla tecnologia e l’innovazione che ci vede in molti campi all’avanguardia, alimentando la cultura del risparmio e dell’efficienza energetica. A mio avviso siamo a buon punto, almeno nell’individuazione degli obiettivi strategici, ma le tempistiche necessarie per un tale cambiamento rischiano di non essere in sintonia con quelle di una vera e propria emergenza.
Questa fase si supera se vince la collaborazione fra Istituzioni e Imprese, fra Università ed Enti di Ricerca. Siamo pronti?
La collaborazione fra Istituzioni e Imprese, la relazione tra la ricerca di base e quella con finalità applicative e produttive rappresentano elementi di valore generale. In una fase critica come quella che stiamo attraversando assumono un’importanza maggiore. Difficile dire se siamo pronti, più agevole ritenere che questo dialogo non sia sempre stato facile e che i risultati effettivi siano stati al di sotto di quelli potenziali. Il primato tutto italiano relativo al crescente “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro per mancanza delle competenze ricercate dalle imprese è un dato di assoluta eloquenza. C’è da rilevare, tuttavia, che mai come in questo momento sono state disponibili risorse finanziarie come quelle previste nel PNRR per la ricerca e il trasferimento tecnologico alle imprese. Una grande opportunità per le nuove generazioni e per il paese.
Il PNRR, una opportunità per il Paese o sarà una occasione persa?
Sono convinto che sarà una grande opportunità perché vi è diffusa consapevolezza della gravità della situazione e questo indurrà responsabilità ed efficienza nella definizione dei progetti, nella tempistica e dunque nella capacità di spesa.
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