Il Guanto e la sua tradizione, dagli albori che affondano le radici nella mitologia greca al guanto hi-tech dei giorni nostri.

 

E’ stato questo, in sintesi, il tema della Lectio Magistralis che Carmelina Grosso, responsabile della Biblioteca della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti, ha tenuto sabato 10 giugno a Napoli presso la sede dell’Associazione “Un filo per Unirci”, nell’ambito della rassegna “Mani di seta”. Un incontro fortemente voluto dall’associazione presieduta da Nina Badessa, che si occupa da sempre di artigianato e la cui missione è tenere alta la memoria della tradizione manifatturiera napoletana.

 

L’incontro si è svolto nella chiesa di San Gennaro all’Olmo, nel cuore del Centro Storico di Napoli, territorio ricco e pieno di tradizione artigiana di eccellenza. L’intervento, incentrato appunto sulla storia del guanto, ha dato il via a un intenso scambio di opinioni e confronto con il pubblico, intervenuto sul futuro della tradizione manifatturiera napoletana. La Lectio di Carmelina Grosso, intitolata “I Guanti nella storia del costume, un’eleganza da conservare” è stata un excursus non solo sulla storia di questo accessorio e su come il suo utilizzo si è evoluto nel tempo, ma anche una naturale conseguenza della prima mostra itinerante realizzata dalla SSIP e attualmente visitabile presso la sua sede nel Parco tecnologico Adriano Olivetti di Pozzuoli , dedicata a “La Casa del Guanto”, il corso di formazione per operai guantai specializzati, che si tenne a partire dagli anni ’50 dello scorso secolo nella sede storica dell’Istituto a Poggioreale.

Alla fine dell’incontro Vincenzo Capuano, presidente della Associazione Le Botteghe di San Gregorio Armeno, ha presentato un progetto volto alla realizzazione di una scuola del presepe napoletano, in maniera da tramandare questa antica tradizione di eccellenza nota in tutto il mondo.

 

 

 

 

 

 

 

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