Il “Made in Italy” e la sostenibilità

 

Intervento di Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest

Apparso su CPMC 3/2023

 

In occasione del giuramento per il secondo mandato, il Presidente Sergio Matterella ebbe a dire che… “L’Italia è, per antonomasia, il Paese della bellezza, delle arti, della cultura. Così nel resto del mondo guardano, fondatamente, verso di noi. La cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell’identità italiana.”

È innegabile che cultura, creatività, qualità, bellezza siano elementi identitari anche della nostra economia ed in particolare della nostra manifattura, forte di una tradizione in alcuni casi antichissima e frutto del genio italiano.

Il “Made in Italy”, come è noto, non identifica soltanto una realtà geografica di produzione quanto più propriamente un compendio di valori ben più alto, con una forza distintiva ed un impatto culturale che non ha eguali al mondo.

Il tema è, peraltro, di assoluta attualità vista l’evidenza dei dati che rivelano una domanda complessiva di “Italia” nel mondo tornata a crescere migliorando, nel 2022, il dato già positivo del 2021 e con una previsione dell’export che nel 2023 potrebbe superare i 660 miliardi di euro. Va rilevato, per completezza, che i dati del settore pelli nella provincia di Pisa, in cui ha sede l’importante distretto di Santa Croce, segnano nel primo semestre del 2023 un arretramento delle esportazioni e dunque l’interruzione del trend positivo che nel 2021 e soprattutto nel 2022 aveva visto il comparto risollevarsi dopo i due anni consecutivi di crisi verificatisi anche nel periodo pre-covid. Degno di nota, tuttavia, è il fatto che è rimasto comunque molto alto l’interesse dei grandi marchi del lusso per le produzioni pisane.

In questo quadro le sfide che si prefigurano sono importanti: da un lato quella sempre pressante della tutela del made in italy, della protezione della nostra creatività e del sostegno alla nostra capacità di brevettare ed innovare e dall’altra, oggi attualissima e sospinta dalla crescente sensibilità dei consumatori, quella della sostenibilità ambientale, elemento cruciale nelle strategie di business ed efficace leva competitiva.

Il tema, come è agevole dedurre, è di ampia portata ed include molteplici aspetti: ambientali, sociali, etici, di sicurezza dei consumatori, d’impatto sui lavoratori. In altre parole, per affrontare un argomento così articolato, è imprescindibile considerare il ciclo produttivo completo, dall’approvvigionamento e dalla qualità della materia prima fino al prodotto finale e alla sua promozione e comunicazione.

Per tornare al settore produttivo specifico, possiamo ritenere che quello conciario italiano da tempo sia in campo non soltanto per mantenere e migliorare stile e qualità dei prodotti che il mercato mondiale di riferimento apprezza e richiede, ma anche per ridurre gli impatti ambientali e seguire i dettami dell’economica circolare e della responsabilità sociale.

Da non esperto del settore non posso addentrarmi negli aspetti tecnici, tecnologici e nelle modalità innovative dei processi produttivi ma osservo uno sforzo notevole, anche nel nostro distretto di Santa Croce, ricompreso nell’ambito territoriale della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, nel promuovere protocolli di prodotto e di processo che riducano impatti ambientali. Dall’attenzione al consumo idrico, al recupero di scarti di lavorazione che anziché essere trattati come rifiuto conservano una loro dinamica diventando materia per altre industrie, dal contenimento delle emissioni climalteranti, con il ricorso sempre più spinto ad energia da fonti rinnovabili, all’investimento nella ricerca per la definizione di nuovi materiali e alla formazione per la creazione di nuova professionalità e molto altro.

La sfida è dunque quella di riuscire a tenere insieme le tre accezioni della sostenibilità, ovvero quella sociale, quella ambientale e quella economica che, pur espressione di una tematica unica, necessitano di politiche e azioni dedicate, specifiche per ognuna.

A questo proposito è necessario irrobustire la collaborazione fra istituzioni e imprese, allineare la ricerca di base a quella con finalità applicative e produttive, oggi da considerare elementi decisivi soprattutto in relazione alla disponibilità di risorse finanziarie, come quelle previste nel PNRR per la ricerca e il trasferimento tecnologico alle imprese, , che rappresentano un’opportunità forse irripetibile per il nostro paese.

 

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