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Stazione Pelli, in Veneto nasce il PoliFashion Tech
Stazione Pelli, in Veneto nasce il PoliFashion Tech

Ulteriore passo avanti nei programmi di lavoro relativi alle attività del Politecnico del Cuoio, il progetto della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli finalizzato a favorire lo sviluppo e la divulgazione della cultura tecnica del cuoio, in maniera strutturata e coordinata con le imprese.

La Stazione Sperimentale Pelli protagonista a Lineapelle Londra e New York
La Stazione Sperimentale Pelli protagonista a Lineapelle Londra e New York
Lo stand della Stazione Pelli a Lineapelle Londra

Un mese di luglio all’insegna dell’internazionalità per la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti, protagonista di Lineapelle Londra e Lineapelle New York. Due eventi esclusivi che anticipano Lineapelle Milano, in programma dal 25 al 27 settembre 2018.

A Londra, nella prestigiosa sede dello Ham Yard Hotel, la 20^ edizione di Lineapelle London è stata dedicata alla presentazione delle attività ai più esclusivi produttori europei di pellamitessili e sinteticiaccessori e componenti.

Presente insieme ad altri 48 espositori, la Stazione Sperimentale Pelli, rappresentata da un team di esperti, ha illustrato i progetti al fianco dell’industria conciaria italiana a sostegno delle imprese impegnate a competere sui mercati. Attenzione anche alla promozione delle attività previste dal Piano di Rilancio Strategico 2018-2020 e alla formazione con il Politecnico del Cuoio.

Presentati inoltre i progetti di open innovation e sviluppo di FabLab, parchi e distretti tecnologici e cluster di innovazione.

Lineapelle New York, alla sua 34^ edizione, si è svolto nella storica sede del Metropolitan Pavilion con 125 espositori. I visitatori sono stati stilisti, produttori e studenti.

Il desk della Stazione a Lineapelle

Al desk della Stazione Sperimentale sono state richieste informazioni sulle attività dell’Organismo nazionale di ricerca, sui siti produttivi italiani e sulle attività di tipo informativo e divulgativo che potrebbero essere erogate al pubblico americano per renderlo più consapevole del prodotto pelle.

I visitatori si sono dimostrati sensibili agli utilizzi innovativi del cuoio, in un mercato Usa particolarmente interessato a questo ambito. Oggi sono previste ricadute positive in termini di impatto produttivo, economico e di sostenibilità in tutte le fasi, dalla lavorazione agli utilizzi del materiale.

 

 

 

 

 

 

La Stazione Sperimentale sarà presente a Lineapelle New York
La Stazione Sperimentale sarà presente a Lineapelle New York

Dopo Lineapelle London, prosegue il tour internazionale della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti, che partecipa alla prossima edizione di Lineapelle New York.

 

La fiera è stata confermata per il 17-18 luglio 2018 nella storica sede del METROPOLITAN PAVILION, per la presentazione delle collezioni Inverno 2019-20.

 

L’evento newyorkese, alla sua 34 esima edizione, vanta un numero sempre crescente di espositori, selezionati tra i più esclusivi produttori europei ed internazionali di pelle, tessuti, sintetici, accessori e componenti. Durante la manifestazione si terranno seminari stilistici sulle tendenze Inverno 2018-19.  Sarà inoltre riproposto a luglio il corso “know your leather”, sulle proprietà dei diversi tipi di pelle. La Stazione Sperimentale sarà presente con una sua postazione al Ground floor – booth 60A.

 

Le registrazioni per visitare la fiera sono aperte. L’ingresso è riservato alle sole categorie ammesse: designer, stilisti e produttori di scarpe, borse, piccola pelletteria, abbigliamento, arredamento e interni d’auto.

 

All’ultima edizione hanno partecipato 123 espositori, in prevalenza italiani. L’80% erano aziende conciarie, mentre il 20% consisteva in produttori di tessuti e sintetici, accessori e componenti. Gli ingressi registrati sono stati oltre 1,200, in linea con le scorse edizioni.

 

 

Concia: Gruppo Mastrotto investe 15 milioni per un nuovo stabilimento in Toscana
Concia: Gruppo Mastrotto investe 15 milioni per un nuovo stabilimento in Toscana

Da Arzignano alla provincia di Pisa, il Gruppo Mastrotto apre un nuovo stabilimento per la concia delle pelli di bovino. Un investimento da 15 milioni di euro che porterà alla costruzione di una conceria a Santa Croce sull’Arno, che darà lavoro a una cinquantina di addetti e i cui lavori dovrebbero concludersi nella prima parte del 2019. Uno stabilimento “green” con un impianto fotovoltaico sul tetto, grande il doppio delle dimensioni minime richieste dalla legge, e al cui interno circoleranno esclusivamente mezzo di trasporto elettrici. Lo stabilimento, con una superficie coperta di circa 12 mila metri quadri, rientra nel piano industriale del prossimo triennio, improntato alla crescita sui mercati internazionali, supportato da un importante piano di investimenti.

La scelta del nuovo non è casuale, perché la cittadina toscana è al centro di un importante distretto conciario con quasi due secoli di storia. Ma è stata anche facilitata da un territorio favorevole agli investimenti: «A Santa Croce abbiamo trovato la lungimiranza delle amministrazioni locali nel favorire nuovi insediamenti industriali – afferma Santo Mastrotto, fondatore insieme al fratello Bruno del gruppo conciario – ed un’eccellenza nella gestione delle tematiche ambientali e nella depurazione industriale».

 

«Pensiamo di poter esprimere sul territorio di Santa Croce non solo occupazione, ma anche gli altri nostri punti di forza quali organizzazione, know-how, tecnologia e rispetto per l’ambiente – spiega Santo Mastrotto – ed inoltre pensiamo di poter imparare molto da un distretto e da una storia conciaria, quella toscana, di grande prestigio, che ha reso importante la pelle italiana nel mondo e ai quali guardiamo con grande rispetto. Riteniamo che questa “contaminazione” tra un grande gruppo industriale come il nostro e la realtà industriale toscana, rappresenti un’operazione coraggiosa, visto l’importo dell’investimento previsto sul territorio italiano che rappresenta ormai una rarità nel panorama imprenditoriale del nostro Paese, che tende a guardare sempre più spesso all’estero e a delocalizzare. Siamo anche convinti che possa tracciare un percorso virtuoso, a suo modo storico ed avanguardista, per il legame che andrà a creare tra i due principali distretti italiani della concia».

 

Fonte: Veneto Economia

 

Tesi di Laurea sul design delle pelli wet-white per automobile
Tesi di Laurea sul design delle pelli wet-white per automobile

Nella seduta di Laura del mese di maggio, presso la sede di Palazzo Gravina del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, la studentessa Fabrizia Rispo ha presentato un lavoro di Tesi, svolto in collaborazione con la Stazione Sperimentale, dal titolo: “Wet white solution approach: the dashboard project”.

 

Il progetto di tesi presentato è stato il risultato di un lavoro di analisi, di ricerca ed elaborazione delle caratteristiche qualificanti la pelle, in particolare il Wet White, spesso utilizzato negli interiors auto. Il lavoro di progettazione, riguarda esclusivamente il design della plancia, orientato a migliorare gli aspetti del “good design”, del comfort, dell’esperienza utente, della comunicazione dei valori caratterizzanti la produzione della pelle e a dare un messaggio circa l’importanza degli scarti di lavorazione della suddetta. L’interazione tra gli elementi di un sistema e la funzione per cui vengono progettati, hanno lo scopo di soddisfare l’utente e l’insieme delle prestazioni del sistema stesso.

 

Quindi, attraverso il disegno CAD e lo studio dei rilievi effettuati su alcuni modelli di plance, il prototipo finale, presenta geometrie semplici e funzionalità intuitive seguite da un progetto di rivestimento in pelle su misura, targato Wet White.

 

Il lavoro di tesi si colloca nell’ambito di una collaborazione tra la Stazione Sperimentale con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, disciplinata da una convenzione recentemente stipulata tra le due parti, e finalizzata a favorire la diffusione e lo sviluppo della cultura tecnica della pelle, coerentemente con gli obiettivi del Politecnico del Cuoio.

 

La collaborazione rappresenta una ulteriore occasione per estendere la conoscenza della materia nei contesti in cui questa non è stata ancora sufficientemente sviluppata e, allo stesso tempo, una opportunità per il settore conciario per sviluppare tematiche di interesse attraverso nuovi approcci, che possano portare a formulare ipotesi di sviluppo della ricerca di settore in campi non ancora esplorati.

 

I nostri Ricercatori al 46° Convegno Nazionale AICC in Toscana
I nostri Ricercatori al 46° Convegno Nazionale AICC in Toscana

Ambiente: meglio le pellicce vere che quelle sintetiche
Ambiente: meglio le pellicce vere che quelle sintetiche

Negli ultimi sei mesi hanno detto che non produrranno più vere pellicce Gucci, Versace, Michael Kors, Jimmy Choo, Furla, John Galliano e Donna Karan, mentre Tom Ford e Givenchy hanno sostituito le pelli esotiche con pelo sintetico, montone e pelli bovine – considerate più etiche in quanto scarti dell’industria alimentare. Il sito di e-commerce di lusso Yoox non le vende più da un anno e sul prossimo numero della rivista InStyle la direttrice Laura Brown spiegherà in un articolo perché non ha mai pubblicato foto di pellicce dal suo arrivo, nel 2016. Intanto dal 2019 ne sarà vietata la vendita a San Francisco, mentre la Norvegia ha approvato una legge per chiudere i suoi allevamenti di animali da pelliccia entro il 2025.

 

 

 

Per ottenere questi risultati ci sono voluti vent’anni di manifestazioni e campagne di sensibilizzazione, iniziate negli anni Novanta con modelle che si rifiutavano di indossare pelli di animali e animalisti che protestavano alle sfilate di Calvin Klein o che lanciavano alla direttrice di Vogue americano Anna Wintour, grande appassionata di pellicce, torte di tofu. Ora il dibattito si è spostato un po’ più in là, allargandosi non solo alle preoccupazioni degli animalisti ma cercando di capire se le pellicce sintetiche siano da preferire a quelle naturali: in molti, tra stilisti e ambientalisti, sono convinti di no.

 

Per prima cosa le pellicce sintetiche sono fatte di acrilico che ha bisogno di centinaia di anni per essere smaltito in una discarica, contrariamente a quelle di pelo vero che sono biodegradabili, si smaltiscono in pochi anni e si possono riciclare. In generale le microfibre sono molto dannose e diversi studi hanno mostrato che le piccole particelle che le compongono si disperdono nell’acqua del lavaggio dei capi, e se non vengono filtrate finiscono negli oceani, nei corsi d’acqua e ingerite dai pesci e dagli altri animali acquatici. L’impatto può essere un po’ contenuto con particolari tipi di lavatrici, come quelle che si caricano frontalmente, e con tessuti di migliore qualità; Patagonia, nota azienda di abbigliamento attenta all’ambiente, vende una borsa per la lavatrice che aiuta a intrappolare le fibre.

 

Keith Kaplan, responsabile delle comunicazioni della Fur Information Council of America – un’associazione americana dedicata alle pellicce – ha parlato a Fashionista  del tema dell’inquinamento prodotto dalle pellicce. Ha detto che quelle sintetiche sono molto inquinanti, mentre quelle di pelo vero aiutano a mantenere l’ecosistema di alcuni posti e a garantire profitti economici alle popolazioni indigene, che possono continuare a cacciare animali selvatici come volpi, castori e coyote.

 

Molti ambientalisti pensano che le pellicce sintetiche non siano la soluzione, ma sostengono che quelle di pelo vero siano ancora più dannose per l’ambiente: per le emissioni di anidride carbonica legate all’allevamento degli animali, per il letame scaricato nei laghi e nei fiumi, per la formaldeide e altri materiali tossici usati per conciare e tingere. Inoltre le trappole per cacciare gli animali selvatici finiscono per catturare anche gli animali domestici come gatti, cani, uccelli e piccoli mammiferi.

 

Un altro aspetto da prendere in considerazione è la qualità della pelliccia e per quanto tempo la si potrà indossare prima di gettarla e sostituirla con una nuova: per questo – secondo qualcuno – sarebbe meglio comprare una pelliccia sintetica di alta qualità oppure una pelliccia di animale, i modelli più duraturi. Chi preferisce il pelo vero può optare per una in montone o pelo di agnello, che sono comunque allevati per l’industria alimentare e non solo per il pelo, come succede invece per le volpi e gli ermellini: l’impatto ambientale è minore, così come i problemi etici legati all’uso del pelo.

 

In questo panorama, sempre più stilisti e aziende stanno cercando soluzioni per ridurre i danni ambientali e contenere le preoccupazioni morali. Nel 2017 lo stilista Kym Canter ha venduto tutte le sue 26 pellicce e fondato House of Fluff, che realizza pellicce con materiali biodegradabili, riciclati o usando solo tessuti e pellami provenienti dall’Europa, dove le regole sulle emissioni di anidride carbonica sono più restrittive che in paesi come la Cina. La londinese Shrimps realizza cappotti in pelliccia finta e finta pelle vegana. Il marchio australiano Unreal Fur vende giacche in pelliccia dai prezzi accessibili ma di buona qualità e quindi molto durature.

 

Altri rifiutano consapevolmente le pellicce sintetiche. La marca londinese Mou, per esempio, le considera “inquinanti e non biodegradabili”. Inoltre, sostiene Mou, non sono traspiranti e causano cattivi odori che spesso restano attaccati al tessuto, portando chi le indossa a gettarle prima che siano davvero usurate. Le pellicce vendute da Mou sono invece di pecora, antilope, agnello, vitello e coniglio: derivano dagli scarti dell’industria alimentare e possono durare più di trent’anni. Aurora James di Brother Vellies, un marchio di scarpe e borse attento all’ambiente, vende solo vestiti e oggetti in pelle e pelliccia animale, con il compromesso di usare pelo di conigli allevati all’aperto e di animali esotici allevati, e coloranti naturali.

 

In tutto questo è difficile che la moda delle pellicce e degli inserti in pelo finisca a breve: piace molto ai più giovani e agli adolescenti, tra i principali clienti del mondo della moda; in particolare il mercato mondiale delle pellicce, stando ai dati dell’anno 2012-2013, vale 40 miliardi di dollari, circa 33 miliardi di euro.

 

A Napoli l’Assemblea annuale Cluster SPRING
A Napoli l’Assemblea annuale Cluster SPRING

Si terrà a Napoli il 28 giugno l’Assemblea Generale del Cluster SPRING, il consueto momento di aggiornamento sulle iniziative svolte dal Cluster e di bilancio dei risultati raggiunti. Un’occasione di condivisione dei punti chiave del Piano di Azione Triennale di SPRING, documento programmatico-strategico richiesto a tutti i Cluster Tecnologici Nazionali dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Un focus particolare sarà dedicato quest’anno al Mezzogiorno e alle potenzialità di sviluppo della Bioeconomia in quest’area – aspetto messo in luce anche dalla scelta di un‘importante realtà del Sud Italia come sede dell’evento.

L’Assemblea sarà composta da una sessione privata, riservata ai soci, alla quale parteciperà anche la Stazione Sperimentale in quanto associata al Cluster. Seguirà una parte pubblica, che si svolgerà dalle ore 14:00 alle ore 16:00 e ospiterà interventi esterni di rappresentanti delle diverse realtà, istituzionali e non, che stanno realizzando importanti iniziative nei settori della Bioeconomia e dell’Economia Circolare.

Le ultime indicazioni del MIUR prevedono, nell’arco delle prossime settimane, il riconoscimento ministeriale dei Cluster Tecnologici Nazionali, che comporta l’assegnazione formale ai Cluster di un ruolo forte di indirizzo e coordinamento nei confronti delle istituzioni affinché le tematiche dei PNR siano espressione di priorità e progettualità reali a livello nazionale e internazionale.

Il Cluster rappresenta quindi gli interessi dei suoi Associati di fronte alle istituzioni regionali, nazionali ed europee, promuovendone la visibilità e sostenendo l’eccellenza scientifica, tecnologica e industriale nel settore della bioeconomia, con l’ambizione di favorire un accesso privilegiato ai finanziamenti per R&S, formazione e nuovi investimenti nel settore e contribuendo allo sviluppo di una ”cultura della bioeconomia” che interessi tutti gli stakeholder, anche nel bacino euro-mediterraneo.

In questo importante momento di riconoscimento del ruolo del Cluster, gli Associati di SPRING hanno quindi l’opportunità di giocare un ruolo decisivo nella politica di sviluppo delle bioeconomia in Italia.

Concia e scuola: ad Arzignano progetto sostenibile congiunto tra ITS Galilei e i terzisti di AssoLeather
Concia e scuola: ad Arzignano progetto sostenibile congiunto tra ITS Galilei e i terzisti di AssoLeather

Due classi quinte dell’Istituto Tecnico Statale Galileo Galilei di Arzignano (Vicenza), partner dell’associazione culturale AssoLeather, hanno avviato un progetto per individuare nuove modalità di riduzione degli inquinanti nel processo di lavorazione delle pelli.

Si tratta della prima collaborazione con una scuola avviata dall’associazione, fondata a febbraio da una decina di terzisti della concia (spaccatura, pressatura e rasatura) e impegnata “nella promozione della cultura della pelle nel rispetto dell’ambiente”.

Gli studenti di chimica e tecnologia conciaria valuteranno la possibilità di abbattere le emissioni inquinanti prima che i reflui arrivino al depuratore. Parallelamente, gli studenti di finanza e marketing elaboreranno una stima – mediante il confronto dei dati forniti da terzisti e aziende del settore – del costo medio del processo produttivo. La conclusione della ricerca e la presentazione dei risultati sono previste per ottobre.

 

Fonte: La Conceria

 

 

Il mercato USA dell’auto cresce: una vettura su due monta sedili in pelle.
Il mercato USA dell’auto cresce: una vettura su due monta sedili in pelle.

Bisogna ringraziare la crescita del mercato delle auto di lusso, la cui quota è passata dal 10% al 13%. E, soprattutto, bisogna essere grati all’exploit dei modelli crossover, che nel 53% dei casi hanno interni in pelle. Fatto sta che negli Stati Uniti la penetrazione della pelle nell’automotive è passata dal 29% del 2001 al 48% del 2017. “In questo momento circa la metà delle vetture vendute negli States montano sedili in pelle”, ha detto John Sousanis di Wards Auto (società di consulenza e analisi con sede a Boston) al pubblico del Lectra Automotive Leather Conference di Bordeaux. Stando a quanto riporta Leatherbiz, lo specialista si è detta anche fiduciosa sulle prospettive di crescita del mercato, dove la pelle, soggetta a nuove lavorazioni e a nuove proposte stilistiche, può trovare maggiori spazi.

 

 

FONTE: La Conceria

 

Tutte le sedi della SSIP resteranno chiuse dal 7 al 22 Agosto.

In caso di esigenza, è possibile rivolgersi ai seguenti contatti:

dott. Gianluigi Calvanese

mail g.calvanese@ssip.it

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