Situazione del tutto straordinaria ed emergenziale, serve agire

 

Intervista a Fabrizio Nuti, Presidente UNIC

 

Articolo Comparso su CPMC 3/2022

 

Fabrizio Nuti, Presidente Unic ha, come sempre, le idee chiare ed indica una direzione di marcia.

L’industria conciaria ha fronteggiato numerose sfide imponenti, alle spalle il periodo ‘Covid’. Ora la crisi energetica, la indisponibilità di risorse e materie prime. Cosa fare, le urgenze?

Poco più di un mese fa l’Associazione diffondeva un comunicato che lanciava l’allarme sulle forti difficoltà che le concerie si trovavano ad affrontare. Venivano messe in evidenza le fluttuazioni dei prezzi delle pelli, i fortissimi rialzi della spesa unitaria per l’energia (+360% per gas ed elettricità), della depurazione (+50%), dei prodotti chimici e delle lavorazioni conto terzi. Oggi la situazione si è fatta ancora più pesante, con ulteriori incrementi di costo per le voci indicate.

A ciò si aggiunge un forte rallentamento della domanda del mercato; il lavoro ci sarebbe ma troppi sono i fattori che lo penalizzano. Servono condivisione e reciprocità all’interno della filiera per far fronte ad una sconcertante situazione geopolitica ed economica che ha investito sia le imprese che i singoli. Serve un supporto concreto da parte della filiera a valle che comprenda a pieno la situazione del tutto straordinaria ed emergenziale.

 

L’esistenza stessa dei distretti, fondamentale il gioco di squadra, potrebbe rappresentare in questo contesto un punto di forza per il settore e per le relative imprese, che potranno implementare le azioni per la gestione condivisa delle criticità e le risorse?

Il distretto ha sempre rappresentato un punto di forza e continua ovviamente ad esserlo. Nessun distretto industriale, come lo sono quelli conciari, ha un ruolo fondamentale per la sostenibilità ambientale e di conseguenza di supporto ad un’imprenditoria di eccellenza come la nostra. Ed ora più che mai. Sono già in atto forme di azioni comuni, penso ai gruppi di acquisto, per esempio, che dovrebbero essere incentivate e promosse ancor di più mettendo da parte divisioni che in questo momento storico non hanno più motivo di esistere.

 

L’impegno degli stakeholder della filiera negli ultimi decenni, per far fronte alla necessità di minimizzare l’impatto ambientale delle produzioni è stato considerevole. Quali strumenti possono valorizzare ancora l’impegno profuso in tal senso?

La situazione attuale ci insegna che dobbiamo continuare ad ottimizzare i nostri processi, continuare ad investire per la transizione ecologica e in un’ottica di economia circolare. E’ sicuramente il nostro futuro e dobbiamo seguire questo percorso senza battute di arresto per mantenere saldo il nostro, indiscusso, primato nel mondo.

 

Il PNRR a che punto siamo a suo giudizio? Cosa fare per accelerare?

I temi su cui si è focalizzato il PNRR per le aziende del comparto sono quelli a cui prestiamo “attenzione” da tempo: processi innovativi in chiave ambientale. L’accesso al credito d’imposta, strutturato a seconda dei vari interventi, è stato determinante. Purtroppo, sembra che dal 2023 ci sarà un ridimensionamento dei fondi a disposizione e questo non dovrebbe accadere visto che il prossimo anno si preannuncia già con ulteriori criticità ma ho l’impressione che a volte certe dinamiche siano al di fuori della nostra sfera di incidenza.

 

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