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Focus Scientifico: Prospettive di utilizzo dell’anidride carbonica supercritica in ambito conciario
Focus Scientifico: Prospettive di utilizzo dell’anidride carbonica supercritica in ambito conciario

Il processo conciario comporta un notevole sfruttamento della risorsa idrica per le lavorazioni ad umido, dalla riviera alla concia fino alla tintura ed ingrasso. Questo comporta al contempo un’elevata quantità di acqua di processo residua da trattare per la sua depurazione. L’acqua in queste fasi è ovviamente utilizzata nei lavaggi della pelle e come solvente per trasportare i prodotti chimici al suo interno.

Molte ricerche e sperimentazioni sono state affrontate nel corso degli ultimi anni al fine di trovare un’alternativa all’acqua come solvente per queste lavorazioni al fine di limitarne l’impatto sulle risorse idriche, come l’utilizzo di solventi organici più o meno efficaci e sostenibili.

Un campo di sperimentazione ha esplorato, per lo stesso obiettivo, l’applicazione dell’anidride carbonica (CO2) supercritica.

“Una sostanza si dice essere in uno stato supercritico quando si trova in condizioni di temperatura superiore alla temperatura critica e pressione superiore alla pressione critica. In tali condizioni, le proprietà della sostanza sono in parte analoghe a quelle di un liquido (ad esempio la densità) e in parte simili a quelle di un gas (ad esempio la viscosità)”.

Fig.1 Diagramma di stato dell’anidride carbonica, dove è visibile la zona in cui si realizza lo stato supercritico (supercritical fluid).

 

La CO2 supercritica, perciò, è caratterizzata da proprietà fisiche miste tra stato gassoso e liquido, che la potrebbero rendere un ottimo ed efficace solvente apolare, per l’estrazione di soluti aventi una bassa polarità, tanto da poter essere paragonata all’esano, con capacità di solubilizzazione vicina a quella propria di un liquido ed in alcuni casi, anche superiore. In particolare, quando la pressione è pari a 80 bar e la temperatura è pari a 31 °C la CO2 si trova in fase supercritica, non più gassosa, con una viscosità inferiore a quella dell’acqua (997 kg/m³), con un alto coefficiente di diffusività e una bassa viscosità, dando così la possibilità di comportarsi come un ottimo solvente soprattutto per le sostanze organiche. Le migliori proprietà di trasporto della CO2 supercritica dimostrano come essa possa interagire molto efficacemente con un soluto rispetto a un altro comune solvente organico.

 

Temperatura (°C) Densità (kg/m3) Volume (m3) Viscosità (cP) Fase
0 961,94 0,0010396 0,10989 Liquida
20 827,71 0,0012081 0,075717 Liquida
31 679,73 0,0014712 0,05332 Supercritica

I vantaggi non sono solo nel potere solubilizzanti ma la CO2 supercritica presenta la caratteristica di essere inerte, non tossica per gli addetti ai lavori e per l’ambiente circostante. Ha un costo contenuto e dopo aver esplicato la sua funzione può essere facilmente riconvertita allo stato gassoso e riutilizzata, per esempio, nello stesso processo.

Nell’industria dell’estrazione di principi attivi liposolubili da matrici naturali, la CO2 supercritica è una tecnologia oramai consolidata soprattutto per la produzione di alimenti funzionali, o integratori e nella medicina naturale, additivi per la salute, prodotti cosmetici e applicazioni farmaceutiche.

La tecnologia della CO2 supercritica è emersa come un’importante alternativa ai processi tradizionali con solventi organici e meccanici, grazie alla sua pressione critica moderata, che permette di contenere i costi di compressione, mentre la sua bassa temperatura critica consente l’estrazione di composti termosensibili senza degradazione.

Per il trattamento di substrati, la natura dei composti da estrarre o da trasportare non è sempre e solo apolare, ma spesso vi sono composti polari d’interesse (come per altro nel processo conciario). Lo sviluppo della tecnologia ha comunque rimediato con l’aggiunta di co-solventi alla CO2 supercritica, al fine di migliorare l’affinità del fluido verso composti polari, per cui si possono utilizzare assieme solventi come l’acqua, dimostrando, cosicché, la compatibilità dei due solventi come potrebbe avvenire sulle matrici collageniche. Oltre all’estrazione supercritica con la CO2 un certo numero di altre tecnologie supercritiche viene studiato e sviluppato per altre applicazioni interessanti, come la precipitazione di composti polari (precipitazione supercritica con anti-solvente, SAS) o la separazione di composti in miscele liquide (frazionamento supercritico in contro-corrente), per l’ottenimento di composti bioattivi più puri. Perseguire la ricerca delle tecnologie con la CO2 supercritica per diversi materiali potrebbe rivelarsi un asset strategico anche per il settore della concia.

La variabilità della tecnologia, come l’effetto della pressione e della composizione della CO2 sui rendimenti, l’effetto di miscele di co-solventi diverse, la possibilità di lavorare in batch o in continuo a portate variabili, permetterebbe di modulare l’applicazione in funzione dello scopo, come quello riferito al trattamento del pellame

Nella prossima sezione esploreremo le applicazioni messe in atto in ambito conciario e valuteremo le nuove possibilità dello sfruttamento di questa promettente tecnologia nel nostro settore.

 

07/11/2024

A cura del Dr. Marco Nogarole

Focus Scientifico: Con il Partenariato Esteso MICS si amplificano gli strumenti di ricerca per tutelare la qualità, autenticità e tracciabilità dei prodotti in pelle Made in Italy
Focus Scientifico: Con il Partenariato Esteso MICS si amplificano gli strumenti di ricerca per tutelare la qualità, autenticità e tracciabilità dei prodotti in pelle Made in Italy

La tutela delle caratteristiche di qualità, autenticità e tracciabilità dei prodotti per il Made in Italy è un tema dominante che il Partenariato Esteso MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, sta sviluppando in forza della capacità tecnico scientifica, degli approcci multidisciplinari e delle tecnologie integrate, messe a disposizione dai 25 partner pubblici e privati che animano le principali attività di ricerca in corso, anche nell’ambito dei Progetti Flagship che MICS sta promuovendo, tra cui va citato proprio un Progetto sulla “Anticontraffazione Made in Italy”.

La SSIP, in tal senso, congiuntamente al suo partenariato, sta portando il suo contributo per la filiera del cuoio, particolarmente attraverso il Progetto 4.01 SOLARIS, (Sustainable Options for Leather Advances and Recycling Innovative Solutions), promosso e coordinato scientificamente dalla SSIP, nell’ambito di MICS e a cui partecipa un nutrito numero di gruppi di ricerca del partenariato, afferenti all’Università degli Studi di Napoli Federico II, al Politecnico di Torino, al Politecnico di Milano, all’Università di Brescia, all’Università di Padova e al CNR.

La tematica, nella sua declinazione conciaria, è affrontata sotto molteplici aspetti: da un lato, la caratterizzazione avanzata del cuoio, consente di riconoscere attraverso strumenti diagnostici dedicati, le caratteristiche distintive della pelle, rispetto ad altri materiali progettati e commercializzati per imitare la pelle stessa, costituendo pertanto un valido supporto per tutelare l’autenticità dei prodotti in cuoio; quindi, sempre attraverso l’ausilio di tecniche di diagnostica avanzata, è possibile discriminare, nell’ambito dei prodotti in pelle, tra campioni che differiscano per origine animale, nonché  per tipologia di lavorazione effettuata, costituendo un valido supporto per alimentare un virtuoso approccio di tracciabilità lungo la catena di approvvigionamento di materie prime e intermedi di lavorazione, fino al prodotto finito,  destinato alla commercializzazione; d’altro canto, la diagnostica avanzata, può costituire un valido supporto anche per monitorare le caratteristiche merceologiche e prestazionali dei prodotti in cuoio, con la possibilità di individuare, anche in maniera predittiva, l’insorgenza di possibili difetti, con evidenti ricadute positive in termini di tutela degli standard prestazionali e merceologici dei prodotti; tale tipologia di approcci assume peraltro un ruolo ancor più strategico se correlato alla possibilità di impiegare tecniche di Controllo Non Distruttivo e sensoristica avanzata, che possano essere adottate anche in maniera automatizzata in ambiente di lavoro e, coadiuvati da sistemi di Intelligenza Artificiale, per restituire in maniera facilitata informazioni utili a tutelare la qualità della produzione già in fase di lavorazione. L’impiego di approcci di sensoristica può inoltre consentire la messa a punto di metodi per identificare eventuali “marcatori” inseriti nei prodotti in un’ottica di tracciabilità di prodotti e processi, come sistemi di anticontraffazione.

La Stazione mette a disposizione, su tali fronti, le proprie competenze per la diagnostica e la sensoristica per il riconoscimento del materiale cuoio rispetto alle imitazioni, per il riconoscimento delle tipicità produttive, per l’identificazione dei difetti e per il monitoraggio di processo. A titolo esemplificativo, sono impiegati, in tal senso, approcci multi-diagnostici che prevedono impiego tecniche di Microscopia Ottica (stereo-microscopia e microscopia a contrasto di fase), Microscopia a Scansione (SEM) con sonda a Raggi-X per la microanalisi, analisi termica e dinamico-meccanica (DSC/TGA), Analisi dinamico-meccanica (DMA), metodi spettroscopici come Spettroscopia Infrarossa a Riflettanza Totale Attenuata (ATR-IR), metodi che forniscono informazioni significative sulle caratteristiche chimico-fisiche, morfologiche e strutturali del materiale.

A tali approcci, si aggiunge la recente familiarità con approcci chemiometrici applicati all’impiego di spettroscopia NIR (Near Infrared Soectroscopy) per il monitoraggio di agenti tradizionali e innovativi impiegati nella produzione conciaria sia per intermedi di lavorazione che prodotti finiti, oltre che nei bagni di concia, nell’ottica di qualificare i prodotti e monitorare e qualificare analiti di interesse nel corso della produzione; le acquisizioni effettuate su intermedi di lavorazione conciaria, e la successiva rielaborazione dei dati, mediante PCA, hanno difatti consentito di discriminare tra diverse tipologie di sistemi concianti utilizzati per la produzione di campioni wet, suggerendo il possibile impiego della tecnica per implementare in maniera non distruttiva e potenzialmente automatizzata gli strumenti di controllo dei prodotti; l’impiego della tecnica per l’indagine su analiti di interesse nei bagni di concia, hanno inoltre evidenziato il potenziale del metodo per la tracciabilità dei chemicals nel processo.

A rafforzare la possibilità di monitorare la qualità e tracciabilità di prodotto e processi conciari, concorre ad oggi, grazie al Partenariato MICS, la rete di infrastrutture messa a disposizione dai partner in tal senso; come rappresentato nel secondo numero del 2024 della rivista della SSIP, CPMC (Cuoio Pelli Materie Concianti), dedicato proprio a tale tematica, va citato in tal senso l’impegno numerosi gruppi di ricerca del Politecnico di Torino, tra cui Il gruppo di ricerca facente capo Prof. Franco Lombardi ed al Prof. Pasquale Luigi Spena, del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione di PoliTo, che si tanno dedicando all’impego di approcci di Termografia, ovvero una tecnica che sfrutta le radiazioni infrarosse per analizzare il  flusso di calore in un materiale, per fornire un controllo qualità non distruttivo, come potenziale strumento per l’ottimizzazione delle diverse fasi di produzione della pelle.

Sul fronte della diagnostica avanzata, va invece citato il gruppo di ricerca del Prof. Maurizio Ventre, del Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Biomateriali, CRIB dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, impegnato nello sviluppo e sperimentazione di approccio un micromeccanico per la caratterizzazione del cuoio, attraverso il quale è possibile individuare l’effetto di trattamenti concianti sulle caratteristiche meccaniche a livello molecolare e fibrillare e quindi di ottimizzare i processi per ottenere risposte micromeccaniche specifiche.

Va inoltre citato, per una competenza trasversale e multidisciplinare su approcci per il controllo di prodotto e processo, il gruppo di ricerca del Prof. Stefano Guido e della Prof.ssa Valentina Preziosi, del Dipartimento di Ingegneria chimica, dei Materiali e della Produzione industriale, dell’Università di Napoli Federico II; proprio durante una recente riunione presso i laboratori di tale gruppo di ricerca, avvenuto anche alla presenza del Prof. Domenico Caputo, a sua volta partner del Progetto Solaris, oltre che coordinatore dello Spoke 4 di MICS, è stato possibile appurare il rilevante potenziale offerto da un approccio che combina l’uso di un microscopio ottico automatizzato, collegato ad una telecamera ed equipaggiato con obiettivi per campo chiaro ed epifluorescenza, con tecniche di analisi delle immagini, sia per il controllo di qualità della pelle che per la potenzialità del sistema nel distinguere specifiche caratteristiche di campioni di pelle da quelle esibite da materiali alternativi che ne simulano l’aspetto macroscopico. Ulteriori informazioni, in tal senso, sono state prodotte anche da approfondimenti diagnostici che il gruppo di ricerca ha effettuato attraverso collaborazioni internazionali. È stato altresì possibile riscontrare il potenziale derivante dagli studi di tipo reologico su prodotti di interesse conciario (chemicals e idrolizzati di collagene derivanti da scarti di cuoio) al fine di monitorare processi produttivi del cuoio e dei nuovi materiali circolari, sviluppati dal progetto a partire dagli scarti conciari; sempre sul fronte del monitoraggio di processo, sarà in futuro esplorata la possibilità di collaborare con il gruppo di ricerca anche per la messa a punto di sensori elettrochimici, per il monitoraggio di specifici analiti di interesse, con auspicabili ricadute sulla capacità condivisa di offrire uno strumento per qualificare e rendere sempre più tracciabili prodotti e processi conciari.

 

A cura della Dr. ssa Claudia Florio

31 Ottobre 2024

 

Il Libro – CORARIUS, uno scrigno che custodisce segreti del mestiere e informazioni storiche sul cuoio, firmato dell’artigiano Felice Apostolo
Il Libro – CORARIUS, uno scrigno che custodisce segreti del mestiere e informazioni storiche sul cuoio, firmato dell’artigiano Felice Apostolo

La sua pubblicazione è del 2018 ma il libro “CORARIUS – lavorazione artigianale di Pelle e Cuoio”, firmato dallo stimato artigiano Felice Apostolo ed edito dall’Association Valdôtaine Archives Sonores, rappresenta ancora oggi un volume molto interessante, una sorta di scrigno che custodisce segreti del mestiere e informazioni storiche, una pubblicazione agile – con le sue 64 pagine – che sorprende per l’accuratezza dei testi in italiano e francese e coinvolge il lettore in un viaggio affascinante nel tempo e nella tecnica della lavorazione artigianale di pelle e cuoio. Un testo che l’autore ha dedicato alla sua famiglia arrivata in Valle d’Aosta nei primi decenni del 1800 con il bisnonno Celestino, “oriundo biellese” come recita la sua lapide nello storico cimitero di Sant’Orso, di mestiere conciatore, capostipite di una famiglia tutta dedita alla concia, alla lavorazione o al commercio delle pelli. Una presenza che è proseguita con il figlio Felice, conciatore e produttore di zoccoleria e selleria, poi con il primogenito di quest’ultimo, ovvero il padre dell’autore Celestino Mario, classe 1896, perfezionatosi dai Salesiani come calzolaio, ma dedicatosi alla produzione di zoccoli, collari per bestiame e commercio di calzature e articoli per artigiani del cuoio. Attività commerciale, per quanto riguarda le calzature, portata avanti dal figlio Pietro Giorgio, mentre Felice “Cino” si è specializzato nella produzione artigianale di articoli in pelle e cuoio di tradizione, nonché moderni. «Non ho la pretesa di insegnare il lavoro del cuoio e della pelle. – afferma Felice Apostolo – Ho annotato queste poche nozioni per non dimenticare quanto appreso, per divulgare le conoscenze accumulate in tanti anni di esperienza e per coprire un piccolo vuoto, vedendo un certo interesse per questo nobile materiale e non trovando sul mercato locale testi in merito». Pertanto, in “Coriarius” compaiono descrizioni minuziose di tutte le fasi di questa complessa attività artigianale: dal tipo di pelli impiegate alla concia, dagli attrezzi necessari alle diverse cuciture, dalle tecniche per fabbricare un paio di zoccoli a quelle per realizzare i collari per campanacci. Completa la pubblicazione una ricca appendice storica con i capitoli “Cino et sa famille: la passion du cuir”, “Les tanneries d’Aoste”, “Les socques au début di XXe siècle”, “L’arte più antica” e “Presenze e aspetti della produzione di manufatti in cuoio in Valle d’Aosta”.

Fonte lavalleenotizie.it/

 

Formazione, scade oggi il bando “Leathergoods Innovation Specialist”, a cura della Fondazione Mia ITS Academy Moda Campania
Formazione, scade oggi il bando “Leathergoods Innovation Specialist”, a cura della Fondazione Mia ITS Academy Moda Campania

Scade oggi il bando per il corso Leathergoods Innovation Specialist – SOLOFRA: Tecnico superiore esperto per la produzione sostenibile e digitale di articoli in pelle, a cura della Fondazione Mia Academy ITS Moda Campania, di cui la Stazione Sperimentale è socio fondatore.

Ultimi posti disponibili.

In dettaglio, si tratta di un percorso formativo professionalizzante rivolto ad un’utenza di età compresa tra i 18 e i 55 anni non compiuti, disoccupati e lavoratori, in possesso del diploma di scuola media superiore.

Tutti i corsi hanno una durata di 1800 ore ripartite in un biennio, di cui 1080 ore di lezioni d’aula, laboratori pratici, workshop e 720 ore di tirocinio in azienda. Durante il biennio sono previste partecipazioni a Fiere ed Eventi di Settore, visite didattiche presso le aziende della filiera tessile-pelle.

Termine ultimo per la presentazione delle domande: 16 Gennaio 2025 ore 22.00.

Per approfondimenti link qui

CPMC – AA VV.  “L’Innovazione nella Qualità: l’Utilizzo della Termografia nell’industria Conciaria”  
CPMC – AA VV. “L’Innovazione nella Qualità: l’Utilizzo della Termografia nell’industria Conciaria”  

Nell’era della tecnologia avanzata, l’industria conciaria sta vivendo una trasformazione significativa grazie all’adozione di tecniche di ispezione e controllo innovative volte a migliorare la qualità e l’efficienza dei processi produttivi. Tra le tecnologie che potrebbero essere utilizzate in questo settore, la termografia si distingue per la sua capacità di fornire un controllo qualita non distruttivo, offrendo un potenziale strumento per l’ottimizzazione delle diverse fasi di produzione della pelle. La termografia è una tecnica che sfrutta le radiazioni infrarosse per analizzare il flusso di calore in un materiale. Il risultato e una sequenza di termogrammi, ovvero immagini in cui ogni pixel rappresenta il valore della temperatura acquisita. L’analisi dei termogrammi consente di identificare difetti e anomalie che potrebbero sfuggire ai metodi di ispezione tradizionali.

Nel settore conciarlo, questo sistema potrebbe agevolare il controllo, spesso di tipo visivo. effettuato dagli operatori per individuare imperfezioni superficiali della pelle causate dalla sua natura e dai processi conciari. La capacita di effettuare un controllo qualità senza contatto è essenziale soprattutto quando è richiesto un attento controllo di qualita che garantisca allo stesso tempo l’integrità del prodotto.

Questa ricerca preliminare. realizzata nell’ambito del progetto SOLARIS, Sustainable Options for Leather Advances and Recycling Innovative Solutions, parte del Partenariato Esteso MICS (made in Italy Circolare e Sostenibile), finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU (PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNNR) – MISSIONE 4 COMPONENTE 2, INVESTIMENTO 1.3, è finalizzata ad individuare le potenzialità di un sistema di ispezione basato sulla termografia per la rilevazione di difetti nelle pelli conciate. Le indagini termografiche si classificano in base alla presenza o meno di sorgenti esterne di calore. Si parla di termografia passiva quando si effettuano unicamente misure di temperatura, mentre è attiva se viene utilizzata una sorgente termica per riscaldare il campione in esame. In quest’ultimo caso, i difetti presenti nella pelle possono agire sulla diffusività termica e, quindi, sul tempo di propagazione del calore: la diversa risposta termica generata dalla presenza di un difetto può essere rilevata da una termocamera ad infrarossi.

Due principali metodi di analisi sono comunemente utilizzati nelle prove di termografia attiva. tecnica “Lock-in* impiega una sorgente termica con un’emissione di calore periodica nel tempo. La presenza di un difetto agisce come un ostacolo alla propagazione del calore, generando un ritardo nella propagazione dell’onda termica che può essere rilevata con opportune analisi nel dominio della frequenza. La tecnica “Pulsed”, invece, utilizza una sorgente termica con un’emissione di calore impulsiva. Una disomogeneita locale nella pelle limita in queste zone la trasmissione del calore e, quindi, la velocità di raffreddamento. L’analisi nel dominio del tempo della risposta termica transitoria del materiale consente di identificare la presenza del difetto. In questa ricerca, entrambe le metodologie sono state testate per la rilevazione di alcune tipologie di difetti presenti in campioni di pelle forniti dalla Stazione Sperimentale per l’industria delle Pelli e delle Materie Concianti. Nello specifico, i difetti esaminati

  1. distacco dello strato fiore (soffiatura)
  2. distacco della rifinizione della pelle
  3. macchie su prodotti semilavorati
  4. pieghe su pelle verniciata

Per tutte le tipologie di difetti, la modalità Pulsed si è rilevata la tecnica più promettente per l’ispezione termografica della pelle conciata. Questa analisi è stata condotta utilizzando due riscaldatori ad infrarossi (potenza nominale di 2 kW ciascuno) capaci di fornire un riscaldamento controllato e uniforme su un’ampia superficie di pelle in esame. I riscaldatori sono stati posizionati equidistanti dai campioni da testare, a una distanza di circa 50 cm e con un’inclinazione di circa 45. Questa configurazione è stata necessaria per ridurre l’interferenza delle sorgenti di calore nella misurazione dell’emissione termica del campione.

Una termocamera ad infrarossi con una risoluzione di 640 * 512 pixel mod. FLIR A6750c, è stata posizionata frontalmente al campione, a una distanza di circa 50 cm. I campioni di pelle sono stati posizionati su un supporto rigido nero e lievemente tirate per evitare disturbi nell’acquisizione termica.

In modalità Pulsed, i riscaldatori emettevano un impulso di calore della durata 0,4 s con una potenza complessiva nominale di 4 kW. La termocamera misurava con una frequenza di 60 termogrammi al secondo la fase di riscaldamento e raffreddamento del campione. Con l’analisi dei termogrammi è stato possibile osservare la variazione nel tempo della temperatura in ciascun pixel della matrice 640 x 512 con cui era stata suddivisa la superficie di pelle in esame. Poiché la curva di raffreddamento di ogni pixel dovrebbe seguire un modello esponenziale di temperatura decrescente nel tempo, le sequenze temporali per ogni pixel sono state interpolate con un modello matematico di riferimento

Successivamente, è stato calcolato per ogni pixel il coefficiente di determinazione, comunemente noto come R2 per quantificare quanto i dati sperimentali acquisiti dalla termocamera seguano il modello esponenziale. Lo scostamento da questo modello permette di rivelare la presenza di un’anomalia nel materiale. Infine, costruendo un’immagine in scala di grigi, la cui intensità dipende dal valore di Rº, è possibile definire la posizione, l’estensione e la forma del difetto.

 

I risultati ottenuti dalle analisi termografiche sono riportati brevemente di seguito.

Distacco dello strato fiore (soffiatura)

La mappa dei coefficienti di determinazione R° ottenuta nell’analisi del campione di pelle con una compromissione della struttura fibrosa della pelle.

La mappa Rª riproduce fedelmente in scala di grigi l’immagine del campione reale, evidenziando in modo chiaro e preciso le aree in cui si presenta questo difetto. Questa correlazione trà la mappa termogranca e l’immagine del

 campione conferma l’efficacia della tecnica di termografia pulsata nell’individuazione di difetti di delaminazione.

Distacco della rifinizione della pelle

Il distacco della rifinizione della pelle è un tipico difetto che generalmente non è visibile ad occhio nudo. Questo difetto provoca una discontinuità nella pelle lungo il suo spessore, influenzando in questo modo la trasmissione del calore. La mappa Rª ottenuta dal campione di pelle soggetto ad un distacco della rifinizione della pelle mostra delle disomogeneità legate a gradienti della velocità di raffreddamento.

 


Macchie su prodotti semilavorati

Le macchie sui prodotti semilavorati costituiscono un altro difetto che si può riscontrare nelle fasi di trattamento delle pelli, e possono essere riconducibili a diverse cause; alcune macchie possono essere difatti causate da ossidi metallici, dalla precipitazione di saponi di calcio o di cromo, oltre che essere determinate da possibili attacchi microbici. La natura delle macchie influenza lievemente la trasmissione del calore. Infatti, la mappa Rª non evidenzia con chiarezza l’estensione ed il perimetro del difetto. In questo caso, ulteriori indagini con diversi setup sperimentali (es. riscaldamento della pelle con diversi profili di emissione termica, utilizzo di termocamere con diverse bande spettrali› potrebbero rendere l’analisi termografica più accurata.

 

Pieghe su pelle verniciata

Queste pieghe possono essere determinate da errori nella fase di asciugaggio, piuttosto che da criticità emerse in fase di applicazione della rifinizione, oltre che dalla possibile migrazione a carico di sostanze in grado di compromettere l’adesività del finishing. Generalmente, non tutte le pieghe sono individuabili con un semplice controllo visivo, l’elaborazione dei termogrammi e la mappa R° permettono di evidenziare le zone affette dal difetto, anche quelle che non sono visibili o difficilmente visibili ad occhio nudo.

Questo studio preliminare evidenzia il potenziale della termografia come strumento efficace per la rilevazione di vari diletti che possono formarsi nella pelle durante il processo di concia. In particolare, la solatura del fiore e la formazione di pieghe sulla pelle verniciata possono essere identificate in modo accurato utilizzando la termografia con un setup sperimentale standard. La termografia ha mostrato una certa capacita di rilevazione per altri tipi di difetti. come le macchie sui prodotti semilavorati e il distacco della rifinizione, ma sono necessari ulteriori approfondimenti e ottimizzazioni del setup sperimentale per migliorare l’accuratezza di questo metodo di indagine.

Le Concerie aderenti al percorso di formazione MICTec in visita alla SSIP
Le Concerie aderenti al percorso di formazione MICTec in visita alla SSIP

Le Concerie aderenti al percorso di formazione MICTec hanno fatto visita alla sede della Stazione Sperimentale. Accolti dal Dg Edoardo Imperiale e dalla Responsabile del Politecnico del Cuoio Serena Iossa, i rappresentanti delle quattro concerie, CONCERIA NCL; CONCERIA CARISMA; CONCERIA D’ARIENZO SRL; L’OFFICINA SRL, hanno avuto modo di visitare dapprima la mostra “La Casa del Guanto della Stazione Sperimentale. Un patrimonio fra tradizione, formazione e innovazione (1952-1975)” a cura della Dott.ssa Carmelina Grosso Responsabile della Biblioteca della SSIP. Successivamente hanno potuto constatare le attività della SSIP svolte nei laboratori Prove Fisiche, con la Dr. ssa Maria Scotti; Prove Chimiche e Microscopia per i processi e la sostenibilità con il Dott. Leopoldo Esposito. E ancora, Laboratorio di prove avanzate per la ricerca e l’innovazione e Laboratorio di misurazione con l’Ing. Rosario Mascolo. Particolarmente soddisfatta la delegazione: “E’ una struttura all’avanguardia e per noi che abbiamo a che fare con essa solo da un punto di vista oggettivo, è stato molto interessante vedere, nella pratica, qual è l’ambiente col quale ci interfacciamo; è stato molto costruttivo per avere anche un’idea proprio pratica di quello che poi è il lavoro che viene fatto in Stazione. Grazie anche alla visita ai laboratori, abbiamo potuto comprendere che il supporto del quale noi ci avvaliamo oggi è minimo, rispetto alle tante attività per il settore che la stazione è in grado di fornire“.

 

Il Corso di management per l’innovazione, lo sviluppo circolare e tecnologico di impresa (MICTec) organizzato dalla Camera di Commercio Irpinia Sannio, è stato affidato nella sua gestione alla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, che si è occupata della formazione del percorso, rivolto a 30 utenti, tra Ricercatori, Responsabili produzione, Responsabili Qualità, HR Manager, Responsabili amministrativi di aziende manifatturiere della filiera del fashion, con particolare riferimento al comparto della lavorazione delle pelli, al confezionamento di capi e articoli in pelle, alle industrie tessili e di abbigliamento, alle industrie chimiche. Obiettivo: supportare le imprese della filiera moda, prioritariamente del territorio di Solofra, ma non solo, su mercati sempre più globalizzati e caratterizzati dalla notevole domanda sia di innovazioni merceologica sia di miglioramento dell’impronta ambientale delle lavorazioni, rafforzando il know-how delle aziende sui concetti di industria 4.0, economia circolare e sostenibilità nel settore del fashion; made in Italy nel contesto del mercato unico europeo e calcolo della sostenibilità dei processi secondo la modalità PEF; e ancora, project management dell’innovazione e team building; gestione dei progetti (bandi finanziati e credito d’imposta) e normazione tecnica e qualità.

 

 

 

 

La SSIP al Convegno “Made in Italy – Tutela del marchio”. Imperiale: “Preminente il ruolo della ricerca nella tutela del prodotto italiano”
La SSIP al Convegno “Made in Italy – Tutela del marchio”. Imperiale: “Preminente il ruolo della ricerca nella tutela del prodotto italiano”

Al Museo della Moda di Napoli si è svolto il convegno “Made in Italy – Tutela del marchio”, che ha visto interloquire esperti di vari settori, dal giuridico, all’economico, dall’aziendale alla ricerca. L’evento, a cura del Rotary Club, ha visto tra gli altri la partecipazione dell’Avv. Maria d’Elia – Amministratore unico Fondazione Mondragone – Museo della Moda Napoli, dell’Assessore Antonio Marchiello Attività produttive – lavoro – Demanio e Patrimonio – Regione Campania, della Dott.ssa Maria Teresa Aveta R.R.D. Rotaract Distretto 2101 a.R. 2024/2025 e del Prof. Nicola Scarpato Presidente del Rotary Club Napoli Castel dell’Ovo a.R. 2024/2025. Per la Stazione Sperimentale, è intervenuto il Dott. Edoardo Imperiale Direttore generale SSIP, sul tema «Gli strumenti e le azioni per la tutela dei prodotti in cuoio Made in Italy: il ruolo della ricerca e dello sviluppo sperimentale»: “Per la tutela del Made in Italy e del marchio dei prodotti nostrani, la ricerca svolge un ruolo preminente, grazie all’innovazione derivante proprio dai laboratori, come quelli della nostra sede nel comprensorio A. Olivetti di Pozzuoli, in cui, attraverso prove fisiche, chimiche o di microscopia, si certificano le caratteristiche e la qualità del cuoio, in un’ottica proprio di tutela dei prodotti che ne derivano, oltre che di certificazione della circolarità e sostenibilità dei materiali. In quest’ultimo senso sono fondamentali tutti i progetti di ricerca, tra cui il partenariato MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile), che hanno come obiettivo il finanziamento di attività di ricerca che coinvolgono i diversi attori: gli enti come il nostro, le università e le imprese. Inoltre, l’attività prima descritta dei laboratori di ricerca”, ha concluso il Direttore, “è a supporto delle attività di formazione che realizziamo al comprensorio con gli ITS Academy e con il Politecnico del Cuoio, organo della SSIP, con cui il know how viene trasferito non solo ai giovani, che hanno la possibilità di formarsi in maniera specifica in questo settore ma anche alle aziende, che sono le prime protagoniste di quella tutela che deve essere riconosciuta e soprattutto, valorizzata in tutte le fasi del creazione del prodotto Made in Italy”.

DA CPMC – GUSTAVO GONZALEZ- QUIJANO: “La ricompensa per i conciatori che mapperanno la catena di custodia delle pelli, sarà il vantaggio sul mercato europeo”
DA CPMC – GUSTAVO GONZALEZ- QUIJANO: “La ricompensa per i conciatori che mapperanno la catena di custodia delle pelli, sarà il vantaggio sul mercato europeo”

Costituendo una dimensione della sostenibilità, la tracciabilità può rappresentare un punto di forza delle aziende conciarie del panorama europeo, che da sempre operano nel rispetto dei principi di trasparenza e qualità: le nuove disposizioni, che impongono oneri in tal senso, possono alla lunga premiare tali prassi virtuose?

La tracciabilità e la trasparenza sono all’ordine del giorno dell’industria europea della pelle dal 2011 (https://euroleather.com/news/projects/projects-completed/supplies-and-transparency) e il membro italiano di COTANCE UNIC-Concerie italiane, è certamente una delle entità più attive in questo campo. Le concerie italiane hanno promosso lo sviluppo del COTANCE Leather-Meat Dialogue a partire dal 2019 (https://euroleather.com/news/meet-again-in-lineapelle), che si è interrotto dopo la pandemia, quando è entrato in scena il Regolamento UE sulle catene di approvvigionamento prive di deforestazione (EUDR), che rende obbligatoria la tracciabilità di pelli bovine e cuoio nell’UE nel 2025. Questo sconvolgimento costringe tutti noi ad accelerare per rendere la tracciabilità una realtà. Ma in questo caso il lavoro principale non spetta alle concerie, bensì al settore dell’allevamento e della carne. Questi dovranno garantire la tracciabilità delle materie prime bovine comunitarie ed extracomunitarie se vogliono poter vendere i loro prodotti nell’UE. La ricompensa conciatori che riusciranno a mappare la catena di custodia delle pelli che producono sarà la possibilità di vendere sul mercato dell’UE, che è uno dei più redditizi al mondo. Ma non sarà cosi facile, perché ci sono ancora molte difficoltà da risolvere prima che i fornitori di pelli grezze dell’UE forniscano i dati richiesti dal regolamento comunitario. E se è difficile per i fornitori dell’UE, lo è ancora di più per i fornitori extra-UE.

Opportunità di crescita sostenibile, ma anche molti oneri burocratici (pensiamo alle implicazioni derivanti dalle nuove disposizioni in materia di deforestazione): quali i rischi per il settore (considerato anche che molte aziende non hanno unità di personale da poter dedicare in maniera sistematica ad adempimenti di tipo burocratico e amministrativo)?

In effetti, dove ci sono sfide, ci sono anche opportunità. Ma con l’EUDR il gioco non è equilibrato, perché l’onere burocratico che impone alla filiera della pelle (bovini-carne-pelle) è molto più pesante rispetto agli altri settori interessati (caffè, cacao, soia, legname, gomma, olio di palma). Il bestiame cambia proprietario diverse volte prima di essere macellato e le pelli devono essere selezionate e classificate (mescolate) per ottenere lotti omogenei. Aspetti che non sono stati considerati dal legislatore. Ma soprattutto, le pelli bovine sono sottoprodotti della produzione di carne e i conciatori non hanno alcuna leva per far si che i fornitori si conformino al nuovo quadro legislativo, in particolare quando si tratta di foriture extra-UE. I fornitori di pelli e cuoio extra-UE possono vendere le loro merci ad altre regioni del mondo per trasformarle in articoli che possono entrare nel mercato dell’UE senza alcun onere burocratico. Le concerie di pelli bovine dell’UE fanno bene a prepararsi all’attuazione dell’EUDR. Dovranno esercitare la Due Diligence sulle loro forniture raccogliendo informazioni sulla loro catena di approvvigionamento (o adeguare la loro catena di approvvigionamento in modo che possa fornire i dati richiesti). Le informazioni richieste dalle nuove norme riguardano i dati di geolocalizzazione degli stabilimenti della filiera e le informazioni sulla legalità dei prodotti e della produzione.Se i conciatori non sono in grado di trovare questi dati con il proprio personale, possono anche ricorrere a consulenti esterni, ma L’EUDR è cristallinamente chiara su una cosa: la responsabilità rimane nell’operatore.

Quali azioni di sistema possono e devono tentare tutti gli attori coinvolti a vario titolo nel settore a livello internazionale?

A livello istituzionale, l’industria europea della pelle sta intraprendendo diverse azioni:

  1. COTANCE promuove l’allineamento degli schemi di tracciabilità della pelle attraverso incontri mensili del Leather Traceability Cluster (https://euroleather.com/news/ leather-traceability-cluster). Esso riunisce tutti gli organismi di audit e certificazione interessati (ICEC, LWG, SLF. Oekotex e Textile Exchange) e altri importanti stakeholder per lo sviluppo di una norma CEN che eviti la duplicazione degli sforzi e inutili costi improduttivi per le concerie.
  2. COTANCE, grazie al sostegno di UNIC e Lineapelle, ha lanciato un’iniziativa volta a dimostrare alle autorità dell’UE (Parlamento, Consiglio e Commissione) l’enorme impatto negativo delle norme EUDR sul nostro commercio e sulla nostra industria. Questo dovrebbe servire a convincerle a escludere le pelli e il cuoio dal campo di applicazione dell’EUDR quando sarà rivisto nel 2026.
  3. COTANCE sta comunicando ampiamente agli stakeholder pubblici e privati di tutto il mondo i obblighi e l’impatto dell’EUDR sul nostro settore. E alcuni Paesi hanno giá espresso forti preoccupazioni in seno all’OMC per il loro commercio con l’UE.

Tuttavia, non dobbiamo farci illusioni. La tracciabilità è destinata a rimanere e i conciatori non si oppongono ad essa, anzi. Ma la sua implementazione nella catena del valore della pelle non può essere imposta per legge come avviene con l’EUDR. La tracciabilità nella catena del valore della pelle ha bisogno di più diplomazia, denaro, tempo e soluzioni tecnologiche per diventare realtà.

 

La mostra GLOVE, PERCORSI E STORIE DI GUANTI A NAPOLI, a cura della SSIP, è visitabile presso la sede di Pozzuoli – Ex Polo Tecnologico Olivetti.

Info su orari e prenotazioni alla mail ssip@ssip.it Tel. 081-5979100

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