La filiera Pelle protagonista della transizione ecologica e di quella digitale
Intervista a Fabrizio Nuti, Presidente UNIC a cura di Gaetano Amatruda, ufficio Stampa SSIP
Pubblicato su CPMC 1/2022
Fabrizio Nuti, titolare del gruppo conciario toscano Nuti Ivo è da tempo in prima linea per un nuovo protagonismo dell’UNIC. Si lavora in sintonia rispetto ad un percorso che parte da lontano e si seguono con attenzione e determinazione le novità. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede un pacchetto di investimenti e riforme articolato in sei missioni è uno dei focus da seguire.
Presidente, il PNRR può essere una occasione per il Paese? Faremo in tempo?
Le risorse del PNRR rappresentano l’opportunità per un rilancio del sistema logistico-industriale italiano. Una tale quantità di risorse, 6 miliardi di euro per i prossimi 5 anni, non può non avere ripercussioni positive, ma, vanno considerati anche alcuni aspetti dirimenti. Il primo è che il PNRR fa parte di un insieme di misure che devono intendersi come un contratto di performance e non solo come un programma di spese, con l’introduzione di indicatori a cui non potremo sfuggire. Tutti dovranno fare la loro parte, la posta in gioco è molto alta per solo immaginare che non si faccia in tempo.
Per il settore conciario, per lo sviluppo della filiera Pelle, quali le sfide da tenere il PNRR?
Il modello circolare della conceria italiana è già ad un livello avanzato, ma certamente può essere ulteriormente incrementato nei prossimi anni, per la transizione ecologica e per quella digitale, sarà poi centrale il ruolo che giocheranno le sinergie di filiera e la capacità di tutta la catena del valore di mettere a fattore comune ricerca e innovazione. La chimica e la tecnologia dovranno essere in grado di studiare come razionalizzare l’uso di risorse e identificare processi di lavorazione innovativi, identificare o rafforzare processi già in essere.
Il Pese affronta e sarà sempre centrale il tema del caro energia. Siamo ancora in sofferenza? Quali le strade da percorrere?
Il caro energia è un tema attualissimo e reca con sé, insieme al rialzo di altre voci di costo, il rischio concreto di inibire pesantemente tempi e intensità del recupero. Ci tengo però a sottolineare come la conceria italiana sia riuscita a contrarre negli ultimi 20 anni i consumi energetici di quasi il 40% grazie ad una serie di misure di efficientamento sia organizzativo che impiantistico. È un dato importante, raggiunto anche utilizzando fonti rinnovabili. L’efficienza energetica è uno dei pilastri per la sostenibilità e lo sviluppo economico.
La collaborazione con la SSIP, occasione per affrontare il tema PNRR ed il caro energia?
La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti può e deve supportare il settore e credo che
questo sia il suo compito principale. Credo anche che abbia le competenze necessarie per farlo.
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