Nuove tecnologie per la rivalutazione degli scarti per l’industria di pelletteria

 

A cura di Marco Nogarole, Responsabile Trasferimento Tecnologico SSIP

Pubblicato su CPMC 1/2022

 

Con l’avvio del progetto NOW LET’s GO (NO Waste from LEather GOods) – Nuova vita agli scarti dall’industria della moda in pelle” è uno studio di ricerca volto allo sviluppo di tecnologie per la prevenzione, il recupero, il riciclaggio ed il trattamento di rifiuti non rientranti nelle categorie già servite da consorzi di filiera, all’ecodesign dei prodotti ed alla corretta gestione dei relativi rifiuti.

L’attività è volta a riutilizzare i rifili di pelle finita in combinazione con altre fibre per realizzare materiali compositi sostenibili, utilizzabili per applicazioni di consumo in settori come l’arredamento (tappezzerie, pareti e altri rivestimenti), la bioedilizia (fonoassorbenti, isolanti e traspiranti) ed altri settori industriali.

Si intende così concretizzare il potenziale di circolarità nella gestione degli scarti del settore, nel segno dei principi di prevenzione, sostenibilità, responsabilizzazione e cooperazione dei soggetti coinvolti nella filiera produttiva, prescritti dall’art. 178 del D. Lgs. 152/2006. Il progetto potrà quindi fornire un utile contributo soprattutto in ottica della preparazione per il riutilizzo e del riciclaggio dei materiali, obiettivi indicati dall’art. 179 come criteri di priorità nella gerarchia della gestione dei rifiuti.

Ciò, del resto, coincide anche con il concetto di economia circolare generalmente noto come il superamento del trittico “prendi-produci-scarta” (take-make-dispose), per dare vita a sistemi chiusi in cui gli sprechi sono ridotti e/o reimpiegati nella catena del valore. È anche perfettamente in linea con il SDG numero 12 – Produzione e consumo so ostenibili – che sostiene la riduzione dei costi economici, ambientali e sociali lungo tutta la catena del valore.

Ulteriori peculiarità del progetto sono tanto la sua potenziale fattibilità e replicabilità, quanto il potenziale innovativo. L’idea progettuale muove infatti dalle precedenti e già consolidate tecniche di rigenerazione delle fibre di cuoio studiato un nuovo processo di riutilizzo di tali scarti mettendo a punto la tecnologia formatrice Airlay. Verrà studiata ed applicata tale tecnologia sugli scarti in pelle per realizzare nuovi materiali con diverse destinazioni d’uso attraverso la combinazione con altre fibre sintetiche o naturali.

Anche nella letteratura scientifica sono già rintracciabili studi sulle applicazioni dell’economia circolare nel settore conciario, che evidenziano sia gli sprechi sia il potenziale di circolarità. Fra gli ostacoli più comuni rilevati si possono citare le tecnologie per il riciclo, l’appetibilità dei materiali per un mercato secondario di qualità e talvolta la fattibilità economica, che dipende anche dal sostegno economico fornito al settore. I processi di recupero già utilizzati peraltro, se adatti alla lavorazione dei cuoi conciati al vegetale, sono più complessi per la lavorazione di quelli conciati al cromo, di cui il progetto intende occuparsi. Il progetto mira quindi a contribuire allo sviluppo di nuove tecniche per sfruttare l’ulteriore potenziale dei prodotti di scarto.

Un altro problema ricorrente è la mancanza di una catena del valore sostenibile, coerente e ben funzionante. NOW LET’s GO intende ovviare a questo problema coinvolgendo attori con esperienza e interessi già orientati all’uso responsabile delle materie prime. Per esempio, il laboratorio Cartiera della coop. Abantu – uno dei partner di progetto – persegue già un modello di business basato su un uso “a cascata” delle risorse, con un approccio che attualmente prevede: (i) raccolta degli avanzi dalle catene di produzione delle aziende del settore moda e automotive; (ii) trasformazione in prodotti del settore moda sostenibili ed etici. Attraverso la realizzazione del progetto NOW LET’s GO, si intende valorizzare ulteriormente le risorse utilizzate: da un lato, attraverso la realizzazione di prototipi definiti secondo i principi dell’ecodesign e, dall’altra, attraverso la valorizzazione dei propri residui di produzione da impiegare nella realizzazione di altri prodotti, che portino all’obiettivo “Zero Waste”.

Oltre allo studio LCA, SSIP in questa fase si occuperà di rifinire il materiale composito sviluppato con tecnica Airlay per la fabbricazione di simil pelle per la realizzazione di manufatti come solette, accessori per il settore moda, rivestimenti di arredo e tappezzeria (rivestimenti per sedute, pareti per la casa e della nautica, elementi estetici e funzionale per il settore del mobile. Ognuna di quest’ultime applicazioni avranno necessità di rivestimenti o rifinizioni proprie e specifiche del campo applicativo e destinazione d’uso. Saranno, infine, testate le performance tecniche, estetiche ed organolettiche dei prodotti realizzati, come ad esempio: aspetti estetici generali pertinenti all’articolo e capitolato di riferimento, resistenze meccaniche come strappo, abrasione o adesione dello strato di rifinizione, resistenze agli agenti atmosferici come luce e calore, resistenze agli agenti chimici denaturanti o sporcanti e all’acqua.

 

 

Nel panorama della produzione tessile mondiale il settore della produzione di tessuto non tessuto, è quello che presenta un trend di crescita costante. Alla base di tali dinamiche di mercato c’è una continua ricerca di materiali nuovi, diversificati e sempre più performanti. La tecnologia dei costruttori di macchine tessili, quindi, si adegua per mettere i produttori in condizioni di alimentare questa evoluzione del settore. Ne scaturisce una continua progressione che allarga il campo di impiego dei manufatti ottenuti dalla commistione fra nuovi materiali e nuove tecnologie, portandoli spesso a sostituire prodotti tessili tradizionali ed a creare nuove applicazioni.

La spinta fondamentale di questo sviluppo va ricondotta alle universali necessità di abbattere i costi di produzione, ridurre i consumi energetici, impiegare materiali a minor impatto ambientale e aumentare la flessibilità produttiva degli impianti, il tutto massimizzando la qualità e le prestazioni funzionali del prodotto finito. In particolare, seguendo il trend generale del mercato manifatturiero, è divenuto un parametro di primaria importanza il riuscire a lavorare e nobilitare fibre e materiali altrimenti destinati allo smaltimento. Il settore tessile, della pelle, del legno, dove i materiali hanno ovviamente un volume di scarti notevole, la capacità di trasformarli da costi in risorse rappresenta un vantaggio a tutti i livelli: per il costruttore di macchine, per l’utilizzatore e soprattutto per l’ambiente che verrà alleggerito dal peso di tonnellate di materiali potenzialmente dannosi, reimmessi così in una nuova fase produttiva e con all’orizzonte un nuovo ciclo di vita. Partendo da questo assunto, la tecnologia Airlay incarna perfettamente questa filosofia.

La soluzione, attraverso questa tecnologia, permetterà di realizzare nuovi manufatti con peculiari proprietà, qualità e flessibilità d’uso, in modo semplice ed economico.

I non-tessuti ottenuti mediante tale tecnologia potranno trovare impiego nelle seguenti applicazioni: interni e parti di rivestimento dei vani di carico/motore delle autovetture, insonorizzazione, abrasivi, calzatura (solette), valigeria, filtrazione, imbottiture e geotessili. Potranno inoltre trovare impiego come salva materassi, ovatta sotto-tappeti, feltri isolanti, feltri biodegradabili per agricoltura ecc.

Il grado di innovazione si configura, perciò, nella valorizzazione degli scarti in pelle dell’industria manifatturiera della moda, per la realizzazione di nuovi, performanti e speciali materiali e manufatti a basso impatto ambientale grazie anche alla loro provenienza di origine non petrolifera; ovvero da origine animale (pelle conciata) e vegetale (fibre di mescola per l’aggregazione del composito). Inoltre, la valutazione ambientale finale del processo sarà accompagnata da un’analisi di biodegradabilità di alcuni materiali realizzati. In sintesi, s’intende fornire, attraverso l’analisi dei principali fattori che incidono sulla produzione

dei nuovi materiali, una alternativa adeguata di riuso o il riciclo di scarti in pelle della produzione della moda, ovvero l’impiego di processi in grado di ridurre i conferimenti in discarica. Nella definizione degli elementi di innovatività del progetto, gioca un ruolo fondamentale l’eco-design al servizio della sostenibilità ambientale, soprattutto per quanto riguarda l’ottimizzazione del “fine vita”.

Tenuto conto di queste finalità, il progetto intende, da un lato, proseguire nell’attività di recupero della pelle di scarto prodotta dalle diverse industrie sopracitate e, dall’altro, ridefinire la filiera verso il concetto di zero-waste, sia attraverso la realizzazione di prodotti di eco-design che attraverso la definizione di nuove applicazioni finalizzate alla valorizzazione degli scarti di produzione.

L’obiettivo del progetto è inoltre quello di proporre un modello produttivo in cui la sostenibilità ambientale si coniuga con la valorizzazione del territorio in cui opera attraverso la sostenibilità delle pratiche sociali.

In particolare, il partner di progetto Cartiera opera mediante una cooperativa sociale che ha sede all’interno dell’ex complesso industriale della Cartiera di Lama di Reno, nel Comune di Marzabotto in provincia di Bologna. Si tratta di uno stabilimento produttivo chiuso definitivamente all’inizio degli anni duemila, con la conseguente perdita di centinaia di posti di lavoro e lo spopolamento della frazione. Recuperando il nome della vecchia industria, il progetto Cartiera ha avviato un percorso virtuoso volto a portare nuove energie là dove, per decenni, il lavoro è stato al centro del benessere della comunità.

Inoltre, la selezione dei dipendenti di Cartiera, principalmente richiedenti asilo e rifugiati, è fortemente correlata alla necessità di trovare nuove soluzioni per favorire l’integrazione sociale e lavorativa di persone appartenenti a categorie svantaggiate. Da questo punto di vista, il lavoratore inserito nella cooperativa è un individuo autonomo, non in carico ai servizi socio-assistenziali del territorio, ed è in grado di generare risorse che impattino in maniera positiva sull’economia locale.

Tali peculiari elementi posizionano il progetto NOW LET GO pienamente in un quadro di ‘transizione giusta’ fortemente auspicato a livello europeo e nazionale, nonché alla base delle iniziative previste dal Next Generation EU.

 

 

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