Effetto delle condizioni termoigrometriche ambientali nella misurazione della superficie del cuoio

 

Il cuoio è un materiale venduto in termini di superficie il cui controllo, quindi, rientra nell’ambito della metrologia legale. Le norme che definiscono le procedure di misurazione, ovvero la ISO 11646 per la misurazione con macchina a pioli e la ISO 19076 con macchine optoelettroniche, specificano un pre-trattamento dei campioni a temperatura ed umidità controllate. Il cuoio, infatti, è un materiale igroscopico che assorbe o emette umidità nell’ambiente circostante a seconda dell’umidità relativa dello stesso. Lo scopo del condizionamento è quello di standardizzare ed uniformare il contenuto di umidità della pelle in condizioni univoche.

Nelle norme sopra riportate viene riportato un condizionamento di almeno 48 ore; però, mentre nella misura con macchine a pioli meccanici la norma ISO 11646 fa riferimento specifico alla condizione 20°C e 65% U.R., la norma per le macchine optoelettroniche fanno un riferimento generico alle condizioni di prova riportate nella norma ISO 2419 “Condizionamento dei campioni”. Nelle sue ultime versioni, però, la ISO 2419 non indica più una sola atmosfera di condizionamento, ma definisce 3 condizioni: la Standard di 23°C / 50% U.R., l’Alternativa di 20°C / 65% U.R. e la Tropicale di 27°C / 65% U.R.

I valori di cui sopra sono stati definiti per uniformare i pre-condizionamenti a quelli degli altri settori, ricordando che essi hanno lo scopo sempre di standardizzare le condizioni termo-igrometriche dei campioni sottoposti a qualsiasi prova che possa essere influenzata dai valori di temperatura ed umidità.

La questione della misurazione della superficie, come sopra accennato, è però molto delicata, essendo un misurando con valore metrologico legale. Ricordiamo che, una volta concordata la macchina per i controlli, la misura totale di un lotto rappresentativo delle pelli vendute non deve eccedere il 2% per pelli ferme ed il 3% per pelli flessibili e morbide.

Per verificare l’effetto delle differenti condizioni climatiche, sono state effettuate alcune prove comparative tra pelli di piccole dimensioni condizionate per 48 ore nelle due condizioni di riferimento più diffuse: 20/65 e 23/50. I dati preliminari hanno mostrato che, in effetti, esiste differenza che, se pur sensibile, è del medesimo ordine di grandezza dell’errore consentito. Nella tabella sottostante sono riportati i dati dei valori medi su 10 misure di pellami precondizionati nelle due atmosfere con prove eseguite con macchine a rulli (Tipo A conforme alla ISO 19076). Accanto agli scarti percentuali in termini di area, sono stati riportati quelli di massa che sono rappresentativi dell’umidità assorbita dal cuoio nel passaggio da un’atmosfera all’altra.

 

I dati mostrano una tendenza chiara: i cuoi misurati nella condizione 23/50 subiscono una perdita di peso media compresa tra 1.5% e 2.0%, con una superficie sempre superiore rispetto al condizionamento 20/65. Nel caso del cuoio N. 1 (cuoio di vitellino lavato a concia vegetale), il solo cambiamento dell’ambiente di condizionamento ha determinato uno scostamento praticamente pari al massimo errore consentito dal Contratto Nazionale N. 7.

Quanto sopra fornisce evidenza che i controlli metrologici debbano essere condotti replicando non solo le condizioni di prova legate alla tipologia di macchina, ma anche quelle di natura ambientale. Il problema nasce in caso di contestazione legale, ove le prove vanno sempre effettuate con macchina a pioli precondizionando a 20/65. Come sappiamo, i valori delle misure con macchina a rulli sono confrontabili con quelli delle macchine a pioli, ma un eventuale condizionamento in fase di vendita a 23/50 comporterebbe uno scarto negativo sistematico e non controllabile.

 

 

A cura di 

Ing. Rosario Mascolo

Coordinatore Tecnico-Scientifico Dipartimento Sviluppo Prodotto

 

Pubblicato il: 7 Ott 2022 alle 11:53

 

 

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