Operazioni di Riconcia: vantaggi e caratteristiche delle pelli
Il cuoio proveniente dalla concia non rappresenta ancora un articolo commerciale utilizzabile: la sua applicabilità pratica e il suo valore commerciale sono determinati da proprietà derivanti dall’aspetto esterno (colore, brillantezza, finezza della superficie) e dalle caratteristiche fisiche e meccaniche (flessibilità, fermezza, rigidità, resistenze varie). Il cuoio deve quindi essere sottoposto ad una serie di trattamenti chimici e di operazioni meccaniche il cui fine è di nobilitare il prodotto ottenuto con la concia e di renderlo adatto agli usi a cui è destinato.
Una di queste operazioni è la riconcia, nella quale il cuoio già conciato viene ulteriormente addizionato con prodotti che possono da un lato esaltarne le caratteristiche già impresse dal conciante, oppure aggiungere caratteristiche complementari e necessarie, in funzione dell’articolo desiderato. Tali prodotti sono, nella pratica, quelli già noti come “concianti”, e, quando diversi dal conciante principale, possono configurare casi di concia mista, in ragione delle quantità aggiunte.
A titolo esemplificativo i cuoi conciati al cromo evidenziano la peculiare caratteristica di una elevata resistenza alla trazione ed alla temperatura, ma, di contro, presentano una scarsa pienezza e compattezza, nonché bassa resistenza al sudore. La riconcia con tannini naturali e/o sintetici o anche resine si utilizza, sui cuoi conciati al cromo proprio per migliorare le caratteristiche dei cuoi conciati al cromo, o anche per modularne opportunamente l’elevata reattività, ad esempio verso i coloranti, allo scopo di ottenere tinture più uniformi o tenui.
Quanto sopra è solo un esempio che testimonia come la combinazione di due o più tipi di concia, accomunando le prerogative positive degli agenti utilizzati, può consentire il sensibile miglioramento delle proprietà fisiche ed organolettiche del pellame finale, anche agendo sulla reattività del pellame agli agenti che saranno successivamente utilizzati per l’ingrasso, la tintura e la rifinizione.
L’utilizzo di sali di cromo o alluminio in riconcia comporta normalmente un aumento della reattività del materiale verso coloranti ed ingrassanti, ed anche verso tannini sintetici e vegetali, con beneficio anche in termini di esaurimento dei bagni di riconcia, tintura ed ingrasso.
La riconcia con tannini vegetali è finalizzata ad ottenere pelli con maggiore pienezza, compattezza e fermezza, con conseguente miglioramento della smerigliabilità; è tuttavia da modulare la concentrazione in ragione dell’astringenza degli stessi ed il relativo effetto sulla finezza del fiore. I tannini naturali e quelli sintetici sono spesso utilizzati insieme per mitigare questo rischio e per aggiunge alla capacità riempente dei tannini naturali, il tatto morbido e vellutato impartito da quelli sintetici.
Oltre a prodotti tipicamente concianti, come quelli finora citati, sono storicamente utilizzati in riconcia anche prodotti, quali resine e polimeri, che presentano scarsa capacità reticolante delle fibre di collagene. Si tratta di composti di natura diversa (ad esempio polimeri acrilici, resine poliuretaniche, melamminiche etc) che possono presentare uno o più tipologie di gruppi (amminico, carbossilico, ammidico, alcolico, nitrilico) che stabiliscono deboli legami o interazioni con il collagene, ma possono interagire con il conciante già presente. La conseguente capacità di inserirsi tra le fibre permette di conferire fermezza del fiore, pienezza e compattezza soprattutto nelle zone più rilassate e spugnose della pelle. Grazie alla scarsa astringenza danno un fiore più fine rispetto a quello mostrato dalle pelli al cromo riconciate al vegetale.
A cura di
Dott. Gianluigi Calvanese
Responsabile Area Analisi, Certificazione e Consulenza
Pubblicato il 23-02-2024 ore 14.50