Bioeconomia circolare: un’opportunità per realizzare la transizione ecologica auspicata dal PNRR
Intervento di Mario Bonaccorso, direttore del Cluster Spring
Pubblicato su CPMC 1/2022
Mai come in questo contesto storico è necessario portare l’attenzione su un nuovo paradigma economico, che possa superare il modello lineare di consumo delle risorse non rinnovabili, di dipendenza dai combustibili fossili, e che possa riuscire a far fronte all’attuale crisi delle fonti di approvvigionamento.
È fondamentale promuovere un modello circolare di economia, che possa contribuire ad uno sviluppo sostenibile, in termini di rigenerazione territoriale, di creazione di posti di lavoro, di opportunità di innovazione, di sviluppo di nuove tecnologie e di creazione di un tessuto sociale ed economico di valore. L’Italia ha presentato nel 2017 la sua prima strategia nazionale per la bioeconomia, aggiornandola nel 2019; a gennaio 2020 è stato redatto un action plan 2020 -2025 per la sua implementazione. Realizzare la bioeconomia circolare e sostenibile è l’obiettivo del cluster SPRING. Il Cluster italiano della Bioeconomia Circolare è un’Associazione riconosciuta dal MIUR che aggrega oltre 130 soggetti innovativi lungo tutte le filiere della bioeconomia e opera per contribuire a consolidare un modello italiano di bioeconomia circolare volto alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’uso efficiente di risorse.
La bioeconomia travalica i confini tipicamente settoriali e rappresenta un fattore abilitante per affrontare in modo sistemico le grandi sfide che abbiamo di fronte, superando la cultura dello scarto e imparando a fare di più con meno. In questo quadro un vero e proprio modello di riferimento è il settore della concia e delle pelli. La bioeconomia circolare uno dei settori più resilienti, capace di competere ai massimi livelli nell’UE, e uno dei pochi che, negli ultimi 10 anni, ha registrato un incremento, in termini
assoluti e percentuali. Secondo le stime presentate nel VII Rapporto “La bioeconomia in Europa”, redatto dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Cluster SPRING e Federchimica-Assobiotec, nel 2020 la bioeconomia in Italia ha generato un output pari a circa 317 miliardi di euro, occupando poco meno di due milioni di persone. Dopo aver chiuso il 2019 con un incremento dell’1,4%, nel 2020 la bioeconomia ha perso nel complesso il 6,5% del valore della produzione, un calo inferiore rispetto a quanto segnato dall’intera economia (-8,8%): il peso della bioeconomia in termini di produzione è
pertanto salito al 10,2% rispetto al 10% del 2019 e al 9,9% del 2018.
La bioeconomia circolare potrebbe quindi essere di grande supporto alla transizione ambientale, che il nostro Paese mira a
realizzare anche attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Italia domani” volto ad accelerare il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi globali ed europei al 2030 e 2050 (es. Sustainable Development Goals, obiettivi Accordo di Parigi, European Green Deal), i quali puntano a una progressiva e completa decarbonizzazione del sistema e a rafforzare l’adizione di soluzioni di economia circolare.
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