“La sfida dell’innovazione è da sempre presente nel DNA della conceria”
Intervista a Fabrizio Nuti – Presidente UNIC
Articolo comparso su CPMC – n.2/2022
Presidente Nuti. Il sistema Italia, il comparto conciario, alle prese con la sfida dell’innovazione. A suo giudizio a che punto siamo?
La sfida dell’innovazione è da sempre presente nel DNA della conceria italiana, che ha fatto della capacità di anticipare le richieste del mercato in termini creativi, tecnologici e di sostenibilità. È unica nel mondo per questa ingegnosità, che l’ha portata ad avere una leadership solida ed incontrastata. In un momento storico/economico così complesso come quello attuale, le concerie italiane pur trovandosi nella necessità di ottimizzare i loro costi, non dimentichiamoci che i rincari quasi sempre insostenibili, riguardano ormai tutti i costi di produzione, non hanno smesso attraverso la ricerca di innovare, investendo con risorse umane e finanziarie per favorire la loro crescita. Il tema dell’innovazione va inteso in senso lato, di processi di prodotto, di organizzazione e mi riferisco in particolare alla trasformazione digitale, che sarà fondamentale per la nostra competitività.
L’UNIC lavora, da sempre, per costruire il futuro. Sul trasferimento tecnologico per modernizzare la filiera quali le attività messe
o da mettere in campo?
UNIC si è sempre attivata per promuovere ricerca e innovazione, favorendo la nascita di network fra aziende, associazioni ed enti diversi, ed ha partecipato a diversi progetti europei e nazionali. Nel tempo si sono consolidati i rapporti con varie università e i temi affrontati sono stati determinanti per la crescita del settore. Posso affermare di essere soddisfatto dell’impegno associativo allo sviluppo tecnologico del settore. Ricordo che con Conciaricerca R&S abbiamo investito e realizzato studi importanti e abbiamo aperto la strada alle collaborazioni future tra aziende e centri ricerca. Anche a livello locale, grandi realtà come il Poteco, sono state parte attiva nel trasferimento di tecnologie
La collaborazione con la SSIP può, anche in questo ambito, assicurare risultati?
Come nostro centro di ricerca, la SSIP ha grandi responsabilità nei confronti della filiera per un trasferimento tecnologico di successo. Ha dalla sua l’approfondita conoscenza del mondo conciario, delle sue esigenze e complessità, supportata da seri studi scientifici effettuati negli anni, e questo è un valore aggiunto determinante.
Non deve perdere questa opportunità, deve però accelerare, svolgendo un ruolo di traino per l’intero settore, per i settori utilizzatori e partner nella ricerca.
Ci sono risorse nazionali ed europee, il Pnrr. L’insieme delle regole rende possibili progetti o soffriamo di troppa burocrazia?
Il PNRR è una grande opportunità e le risorse messe in campo sono ingenti; tanti fondi certo, ma troppa burocrazia e ancora incertezza sul piano politico. Queste risorse, alla luce delle possibilità in termini di investimenti, sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e industria 4.0, elementi ormai imprescindibili per continuare ad operare in un mercato sempre più competitivo, possono davvero aiutarci nel rimanere i leader che oggi siamo. Il problema che vedo è che per gestire tali
richieste, la maggior parte delle aziende dovrà rivolgersi a società esterne, troppo complicati.
Sullo sfondo il tema del personale e della manodopera. Cosa si può fare per formare competenze? Per parlare ai giovani?
Il tema della formazione è essenziale e sappiamo quanto la difficoltà di reperire manodopera sia uno dei problemi più seri che
ci troviamo ad affrontare, inoltre emerge la necessità di inserire figure professionali con nuove competenze, dalle tecnologie digitali ai green jobs, ma qui vedo meno problemi ad attirare i giovani.
Vuoi ricevere la copia di CPMC? Iscriviti QUI per leggere la rivista ufficiale della Stazione Pelli e non perderti i prossimi numeri.