Innovazione e sostenibilità nel settore del cuoio e della pelle: il cammino del Made in Italy verso un futuro sostenibile e circolare

A cura di Luigi Nicolais, Consigliere Scientifico SSIP

Apparso su CPMC 1/2024

 

Il settore della pelle si trova a un bivio critico,
influenzato da fattori ambientali, sociali e
tecnologici in rapida evoluzione. Mentre
la pressione per pratiche più sostenibili
e responsabili cresce, emergono nuove
opportunità per reinventare e valorizzare
l’industria.

 

L’innovazione sostenibile rappresenta una
delle vie principali attraverso cui l’industria
della pelle può affrontare le sfide ambientali,
migliorando l’efficienza delle risorse e
riducendo l’impatto ecologico. La ricerca
e lo sviluppo di materiali alternativi alla
pelle tradizionale, come la pelle vegana
prodotta a partire da fonti rinnovabili e
biodegradabili, stanno guadagnando
terreno. Questi materiali non solo offrono una
risposta etica alle preoccupazioni relative al
benessere animale ma riducono anche l’uso
di acqua, energia e sostanze chimiche nocive
tipicamente associati alla produzione di pelle
convenzionale. Inoltre, l’adozione di pratiche
di economia circolare, che includono il riciclo
di scarti di pelle e la creazione di sistemi chiusi
dove i materiali possono essere riutilizzati
più volte, può significativamente diminuire
l’impronta ecologica del settore.
La digitalizzazione offre strumenti potenti per
ottimizzare i processi produttivi, migliorare
la tracciabilità della filiera e personalizzare l’offerta al consumatore. Tecnologie come
l’Internet delle Cose (IoT), l’intelligenza
artificiale (AI) e la blockchain possono
trasformare il modo in cui la pelle viene
prodotta, tracciata e venduta, consentendo
una maggiore trasparenza e responsabilità.
La blockchain, in particolare, può garantire
la provenienza dei materiali, assicurando
ai consumatori che i prodotti in pelle
siano etici e sostenibili. Allo stesso tempo,
la personalizzazione assistita da AI può
soddisfare la crescente domanda di prodotti
unici e su misura, apportando un valore
aggiunto significativo.

 

L’evoluzione dei valori etici dei consumatori,
in particolare tra le generazioni più giovani,
stanno spingendo le aziende del settore
della pelle a esplorare nuovi modelli di
business. Il modello di business basato sulla
condivisione e il leasing di prodotti di lusso
sta guadagnando popolarità, consentendo ai
consumatori di accedere a beni di alta qualità
senza possederli. Questo approccio non solo
risponde alla crescente preoccupazione per
la sostenibilità ma apre anche la strada a un
consumo più consapevole e ridotto. Inoltre,
l’adozione di piattaforme online per la vendita
diretta al consumatore (D2C) permette alle
marche di costruire una relazione più diretta
con i propri clienti, offrendo esperienze
personalizzate e aumentando la fedeltà del
marchio.  L’industria della moda e del lusso italiana
è rinomata globalmente per la sua qualità,
design e artigianalità, particolarmente
nell’ambito della lavorazione della pelle.
Tuttavia, l’attuale scenario globale,
caratterizzato da una crescente attenzione
verso la sostenibilità ambientale e la
necessità di ridurre l’impatto ecologico, pone
delle sfide significative a questo settore.
Rispondendo a queste esigenze, l’Italia sta
rivoluzionando il concetto di produzione e
utilizzo della pelle attraverso l’adozione di
pratiche circolari e sostenibili, con un occhio di riguardo verso i nuovi materiali e processi
produttivi meno inquinanti.
In questo contesto giocano un ruolo molto
importante i Cluster Tecnologici nazionali,
fulcro vitale per l’innovazione nel settore
della pelle, fungendo da ponte tra ricerca
scientifica, imprese, e politiche di sostenibilità.
Attraverso la promozione di progetti di ricerca
congiunti tra università e imprese, i cluster
stanno accelerando lo sviluppo e l’adozione
di nuovi materiali circolari, contribuendo al
rafforzamento del Made in Italy nel contesto di un
mercato globale sempre più esigente in termini
di sostenibilità. La collaborazione tra il mondo
accademico e il settore industriale è, infatti,
fondamentale per testare e implementare
nuove tecnologie e materiali, consentendo di
ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza delle
risorse nel ciclo di vita dei prodotti in pelle.
Questi sforzi congiunti non solo porteranno a
innovazioni nel prodotto finale ma stimoleranno anche un cambiamento culturale all’interno
delle aziende, promuovendo pratiche di
produzione più sostenibili. Un esempio concreto è l’iniziativa “Made in
Italy Circolare e Sostenibile – MICS”, a valere
sulle risorse del Piano Nazionale Ripresa
e Resilienza (PNRR) missione 4, “istruzione
e ricerca” – componente 2, “dalla ricerca
all’impresa” finanziato dall’unione europea
attraverso il piano Next Generation EU.
MICS vuole creare un ecosistema innovativo
che possa supportare l’intera filiera nella
transizione verso pratiche più sostenibili,
dallo sviluppo di materiali alternativi e
biodegradabili alla ricerca di metodi di
produzione a basso impatto ambientale.
Questo approccio non solo rafforzerà la
posizione di leader dell’Italia nel settore della
moda sostenibile ma promuove anche una
cultura di responsabilità ambientale tra le
aziende e i consumatori.
È importante sottolineare che all’interno
dell’ecosistema di innovazione e sostenibilità
nel settore della pelle, il Consorzio SSIP (Stazione Sperimentale per l’Industria delle
Pelli e delle Materie Concianti) svolge un ruolo
cruciale. Fondato per supportare l’industria
conciaria con ricerche, analisi e certificazioni,
SSIP si è progressivamente affermato come
un pilastro per la promozione di pratiche
sostenibili e l’introduzione di nuovi materiali
circolari nel Made in Italy. Infine, la pelle e il cuoio naturali hanno una
dimensione di sostenibilità e circolarità
intrinseca che merita di essere evidenziata:
derivano infatti da sottoprodotti della
lavorazione dei macelli. La loro produzione
non è il motivo primario dell’allevamento
degli animali, ma questi materiali provengono
da scarti della produzione alimentare che
vengono riutilizzati trasformandoli in materiali
di alta qualità, riducendo gli sprechi e
valorizzando risorse altrimenti non utilizzate.
La circolarità intrinseca alla produzione di pelle
e cuoio si basa sul principio di riutilizzo e riciclo,
fondamenti dell’economia circolare. Questo
approccio è ulteriormente rafforzato dagli
sforzi continui dell’industria per migliorare i
metodi di lavorazione, ridurre il consumo di
acqua e energia e minimizzare l’uso di sostanze
chimiche nocive. Le innovazioni tecnologiche
e i processi produttivi più ecologici mirano
a rendere la produzione di pelle e cuoio
ancora più sostenibile, riducendo l’impronta ecologica del settore. In conclusione, le prospettive future del
settore della pelle dipendono, quindi, dalla
capacità di adattarsi alle esigenze di un mondo
in rapida evoluzione, dove la sostenibilità,
la tecnologia, l’innovazione nel modello di
business e la valorizzazione della materia
prima giocano un ruolo cruciale. Investendo
in ricerca e sviluppo per materiali e processi
più sostenibili, adottando innovazioni digitali
e esplorando nuovi modelli di business,
l’industria della pelle può non solo affrontare
le sfide etiche e ambientali ma anche aprire
la strada a nuove opportunità di crescita e
successo nel mercato globale.

 

 

 

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