Un’opportunità da cogliere non un’occasione da perdere

 

Intervista a Ciro Fiola, Presidente della Camera di Commercio di Napoli a cura di Gaetano Amatruda, Ufficio Stampa SSIP

Pubblicato su CPMC 1/2022

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà opportunità per il Paese? Quali opportunità?

 

Il PNRR o meglio i progetti in esso inseriti, rischia di essere superato dagli eventi. Gli scenari economico nazionali e internazionali, fortemente condizionati dalla guerra mossa dalla Russia verso l’Ucraina, condizionano fortemente le scelte che siamo chiamati a compiere. Oggi più che mai sembra evidente l’esigenza di puntare moltissimo su fonti alternative di energia, sulla possibilità di aiutare le imprese a rendersi il più possibile autonome dalle oscillazioni dei costi dell’energia e delle materie prime. Si rischia di vedere finanziati progetti che risulterebbero inattuabili. Anche per questo motivo il PNRR sembra ora solo
una sigla vuota. E’ un’opportunità da cogliere non un’occasione da perdere.

 

A suo avviso potrà il Piano costituire un vantaggio per la filiera pelle ed in quale direzione?

 

Il piano deve sicuramente sostenere questo comparto anche perché, è stato evidenziato, le grandi marche internazionali
dell’abbigliamento preferiscono le pelli europee. In questa direzione l’Italia dovrebbe farsi trovare pronta, incentivando l’allevamento dei vitelli e sostenendo la produzione di pelli di alta qualità.

 

Transazione ecologica, ma anche digitalizzazione e in generale adozione di soluzioni tecnologiche sfidanti: il settore è
nel complesso pronto per beneficiare delle opportunità derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?

 

E’ il tema più complesso ma anche quello più significativo. Sulla digitalizzazione e lo sviluppo tecnologico le imprese stanno investendo tantissimo. La Camera di Commercio di Napoli ogni anno vara bandi per lo sviluppo tecnologico ai quali le nostre imprese partecipano con entusiasmo. Serve puntare decisamente sulla sfida, questo è sicuro. Se non si immagina di andare in direzioni inesplorate, avendo come stella polare la ecosostenibilità, il contenimento dello spreco e l’autonomia energetica, difficilmente si potrà tenere il passo con l’economia planetaria.

 

Sarà necessario prevedere contestualmente un impegno sul fronte della valorizzazione del capitale umano?

 

Questa può apparire una contraddizione in termini, perché puntare sull’uomo va contro il concetto di globalizzazione. Di certo, nel contesto di una qualificazione crescente alla quale dobbiamo indirizzare i nostri giovani, con formazione autentica e non passata attraverso semplici diplomifici, potremo contare su una classe dirigente all’altezza. Ma in questo senso, sembra incredibile, scontiamo ancora un ritardo.

 

 

 

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